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Settore aereo in crisi, i sindacati confederali Cigl, Cisl e Uil lanciano un grido d’allarme

Stanziale, Masucci e Lago: “Domani porteremo in Regione le nostre proposte, perché serve una tempestiva azione di rilancio”

“Fino alla fine del 2019, gli aeroporti di Fiumicino e Ciampino hanno assistito ad un transito record di passeggeri, di 49,4 milioni di persone, adesso, con un calo del 70% del traffico, gli aeroporti sono allo stremo, così come i 40mila lavoratori della comunità aeroportuale di Roma e del Lazio” I sindacati confederali Cigl, Cisl e Uil, lanciano un grido d’allarme che, domani, porteranno in Regione Lazio, lanciando proposte di sostegno attivo per il comparto, e per il lavoro migliaia di famiglie il cui futuro ad oggi è incerto.
    
“Serve una tempestiva azione comune di rilancio – si legge in una nota dei Segretari Generali della Filt-Cgil di Roma e Lazio, della Fit-Cisl del Lazio e della Uil Trasporti Lazio, Eugenio Stanziale, Marino Masucci e Maurizio Lago – Fatta eccezione per il settore cargo, che rispetto a quello passeggeri riesce a tenere il quadro è attualmente drammatico, e riguarda sia i dipendenti diretti che l’indotto: se non si interviene con efficacia, lo sblocco dei licenziamenti può rappresentare un dramma sociale a orologeria”.
 
“Troppi lavoratori, ad oggi, sono alle prese con i ritardi nell’erogazione degli ammortizzatori e con aziende in crisi, che pianificano potenziali dismissioni – ribadiscono – A ciò si aggiunge l’insostenibile situazione riguardante i 4mila stagionali del comparto, occupati in particolare nei servizi di imbarco, assistenza ai passeggeri e check-in: sono stati inseriti in qualche forma di sostegno al reddito soltanto a fine maggio 2020, e circa la metà è ancora esclusa da qualsiasi forma di supporto, fatta eccezione per la Naspi in esaurimento”.

“Non si può pensare di abbandonare a se stesso il comparto – concludono i sindacalisti – il drammatico ‘anno zero’ che lo ha investito, in tutto il mondo, può e deve rappresentare l’occasione per un riposizionamento internazionale degli asset territoriali e italiani, e non la resa a piani miopi e di riduzione. Confidiamo nel fatto che l’azione congiunta di parti sociali e istituzioni possa portare risultati concreti“.
 
 
 
 

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