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Trasporto aereo: sciopero generale

Venerdì 27 gennaio, il trasporto aereo di Fiumicino e Ciampino si fermerà dalle 13.30 alle 17.30

Le segreterie regionali FILT CGIL, FIT CISL, UILTRASPORTI e UGLTRASPORTI di Roma e del Lazio hanno dichiarato per il 27 gennaio dalle 13.30 alle 17.30 (4 ore, come previsto dalla Legge), il primo sciopero generale regionale del Trasporto Aereo. Il 27 gennaio, quindi, il trasporto aereo di Fiumicino e Ciampino si fermerà per le prime 4 ore.
La decisione si è resa necessaria a seguito della straordinaria situazione che si è venuta a determinare, soprattutto dopo il fallimento della procedura di raffreddamento discussa in Prefettura fino al 30 dicembre
2011, in cui con la Prefettura, l’ENAC, la Regione Lazio e le Associazioni Professionali, queste Organizzazioni Sindacali hanno tentato di risolvere problemi strutturali e di interesse collettivo di FCO e CIA.
“Il percorso è fallito per la responsabilità delle aziende che non intendono, ripetiamo, non intendo affrontare le questioni poste al centro e procedono egoisticamente, perseguendo discutibili interessi di
parte, dannosi per la collettività” hanno dichiarato le organizzazioni sindacali che hanno organizzato lo sciopero
Il volantino distribuito dalle segreterie regionali FILT CGIL, FIT CISL, UILTRASPORTI e UGLTRASPORTI di Roma e del Lazio riporta le seguenti motivazioni per lo sciopero:
“I temi sul tavolo riguardano i livelli occupazionali a rischio (noi ne valutiamo più di 1.000 nel 2012 sugli aeroporti laziali), il rispetto delle regole condivise (a partire dalla clausola sociale e dal Regolamento
dell’ENAC che per operare negli aeroporti prevede l’applicazione del CCNL), l’integrità della filiera produttiva e quindi la sicurezza sui posti di lavoro e il rispetto del Contratto Collettivo di Lavoro Nazionale
scaduto e da rinnovare, la presenza su Fiumicino, in questo unico HUB d’Europa, di 7 handlers e quindi di una concorrenza principalmente fondata su corsa a ribasso di qualità e costi.
Crediamo che le aziende debbano dimostrare maggiore responsabilità in un momento di crisi qual è quello che il Paese sta attraversando, contribuendo a costruire, insieme alle Istituzioni e alle OOSS, un sistema in grado di garantire i livelli occupazionali e il rispetto delle regole. Non può essere consentito a piccoli gruppi, né tantomeno a singole Società di non osservare il complesso di regole condiviso e sottoscritto o, peggio, di tentare di modificarlo a proprio vantaggio, rendendo ancora più precaria una condizione già al limite della sopportabilità.
In questo le Istituzioni non possono voltarsi dall’altra parte e, dobbiamo dire, almeno finora, non l’hanno fatto. Si tratta ora di verificare se Regione, ENAC, Prefettura, Governo, siano in grado di far rispettare le
regole su Fiumicino, HUB d’Italia, in cui transita il 40% del volume di traffico nazionale o se, al contrario, le singole aziende possano di più delle Istituzioni.
Il rischio di perdita di posti di lavoro, d’altra parta, non è un allarme campato in aria; al contrario, è consistente e reale, a partire dai lavoratori di Argol i quali, per una determinazione univoca e irrevocabile di
Alitalia, il prossimo 31 gennaio 2012, rischiano di perdere, definitivamente e senza soluzione alternativa, il proprio posto di lavoro dopo oltre 16 anni di attività.
Per questo, indichiamo alcune delle emergenze, le più gravi secondo noi, che attraverseranno il trasporto aereo di Fiumicino e soltanto il trasporto aereo di Fiumicino, nell’anno 2012
1. LA CORRETTA APPLICAZIONE DELLA CLAUSOLA SOCIALE
che, a seguito della minaccia di sciopero generale, l’anno scorso, CGIL, CISL, UIL e UGL di categoria sono riuscite a sottoscrivere in Prefettura con tutte le aziende di Fiumicino, ivi compresa Alitalia che nel suo Contratto Aziendale non la prevedeva e che oggi proprio Alitalia mette in discussione;
2. LA VERTENZA ARGOL
di cui abbiamo già detto, sulla quale noi chiediamo l’intervento delle Istituzioni locali e nazionali, soprattutto per valutare attentamente la proposta che la società Argol ha ufficialmente avanzato al tavolo della Prefettura, il 30 dicembre 2011, e cioè quella di investire 2 mln di euro sull’aeroporto di Fiumicino per il servizio di logistica. Di questi tempi nessuno, tanto meno la Regione, può permettersi il lusso di rifiutare un investimento privato sul lato del lavoro, a maggior ragione quando l’alternativa sarebbe non un vantaggio, ma la perdita di posti di lavoro e quindi un costo per la collettività;
3. IL PIANO INDUSTRIALE DI ADR
che ad oggi prevede l’esternalizzazione di alcuni settori e quindi una ricaduta sull’occupazione, in un momento in cui l’azienda dichiara di voler intraprendere, invece, un percorso di sviluppo dell’aeroporto, chiamando in causa il Governo, quindi il pubblico, l’aumento delle tariffe e gli investimenti di scopo. A nostro avviso AdR dovrebbe prevedere un maggior investimento su qualità, sicurezza, efficienza, controllo e non ultimo fornire un contributo di stabilità al sistema;
4. RIDUZIONE DEGLI HANDLERS DA 7 A 4
Una necessità individuata, anche in considerazione degli spazi generali a disposizione, da ENAC e dal Gestore aeroportuale, nello svolgimento delle sue funzioni non accessorie, che deve necessariamente prevedere un grande piano condiviso per affrontare le eventuali ricadute sull’occupazione;
5. PRECARI E CASSAINTEGRATI.
Su tutte queste questioni si innesta anche la discussione sul rinnovo del CCNL, scaduto il 31 dicembre e che noi crediamo essere necessario rinnovare con urgenza, dal momento che riteniamo proprio il CCNL il
principale strumento per costruire regole condivise di sistema e per agire sul reddito dei lavoratori, in un comparto in cui, per la crisi generale e di sistema, i lavoratori sono stati spesso chiamati a contribuire
proprio in termini di reddito e di salario.
Per tutte queste emergenze crediamo necessarie soluzioni non rinviabili e chiediamo un tavolo permanente con Istituzioni, ENAC, Gestore aeroportuale, Aziende, Associazioni e Organizzazioni Sindacali in grado di
affrontare problemi strutturali e non aziendali, specifici dell’aeroporto di Fiumicino e non assimilabili a quelli di altri aeroporti, problemi le cui ricadute si fanno sentire sull’intero sistema e sui 30.000 lavoratori
degli aeroporti.
Lo sciopero serve perché nessuno finora è riuscito a dare risposta a queste questioni che nessuno, a meno che non sia in malafede, può far finta di non vedere o considerare infondate. Noi abbiamo ragione, è
evidente, per questo non ci fermeremo fino a quando la ragione non sarà divenuta il terreno comune di confronto e ricerca di soluzione”.
 
 
 
 
 

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