Il Tribunale Federale respinge le richieste della Procura Generale del CONI escludendo l’esistenza di una “spedizione punitiva”
abbiamo ricevuto e pubblichiamo
A seguito della sentenza n. 2/2016 resa dal Tribunale Federale della Federazione Rugby, pubblicata in data 02.12.16, è stata formulata la piena assoluzione dei dirigenti della Fiumicino Rugby e della società stessa dalle accuse mosse dalla Procura Generale del CONI.
In particolare il Tribunale ha ricondotto gli eventi nella usuale attività di vigilanza e controllo da parte dei preposti nei confronti dei minori affidati alla società, escludendo l’esistenza di una “spedizione punitiva”, secondo l’impostazione data dalla Procura del CONI.
Nessun elemento, nessun riferimento, nessuna dichiarazione presente atti e nessuna ricostruzione dei fatti, neanche quella esposta in udienza dai rappresentanti dell’accusa ha condotto, secondo il Tribunale Federale, alla individuazione, o anche alla semplice indicazione, di una azione organizzata, finalizzata ad una punizione, bensì degradando i fatti alla mera esecuzione di un compito fai vigilanza, con modalità eccedenti i limiti posti dai principi non scritti che avrebbero dovuto guidare l’attività di ogni educatore in generale.
In conseguenza il Tribunale ha condannato a tre mesi di sospensione i Sig.ri B., P., P. e M., a fronte dei sei anni richiesti, ed a 300 euro di multa la società, per responsabilità oggettiva prevista dal Codice di Giustizia Sportiva.
Quanto alla incolpazione nei confronti dei dirigenti C. B., R. C. e S. B., nonché della Società Fiumicino Rugby, il Tribunale Federale ha respinto le richieste della Procura Generale del CONI, assolvendoli dai fatti ascritti, e dichiarando testualmente che “Nessuna censura possa essere fondatamente avanzata nei confronti della società Fiumicino Rugby e della sua dirigenza”.
Il Tribunale ha osservato come i dirigenti, presenti in trasferta, tentarono immediatamente di capire l’accaduto, e si adoperarono per mettere in contatto il padre del minore, anch’esso al seguito della squadra, con gli incolpati.
Inoltre non appena rientrati a Fiumicino, su richiesta dello stesso genitore organizzarono un incontro esplicativo e chiarificatore dell’accaduto che, poi, proprio per il diniego di quest’ultimo, in ciò consigliato dal proprio legale di fiducia, non si sarebbe tenuto.
Da ultimo, a scopo cautelativo, i soggetti interessati dai fatti, furono sospesi dalla Società per tre mesi.
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