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Il presidente dell’Ostiamare si dimette in aperto contrasto con l’atteggiamento di Roma Capitale

I lavori di ristrutturazione dello stadio Anco Marzio non possono partire se prima non si demoliscono le opere abusive

 

di Umberto Serenelli

 

Prima dovranno essere demolite le opere abusive e poi sarà possibile dare il via libera alla ristrutturazione dello stadio “Anco Marzio” di Ostia.

 

L’ultimatum del comune di Roma Capitale non è piaciuto al presidente dell’Ostiamare, Roberto Di Paolo, che era convinto di aver raggiunto, nei mesi scorsi, un chiaro accordo con l’amministrazione capitolina la quale cambia improvvisamente le carte in tavola. Alla luce di questa novità l’imprenditore romano annuncia le dimissioni e passa lo scettro del club tirrenico al Direttore generale Ettore Placidi.

 

“Tutte le problematiche ereditate dell’impianto sono diventato un fardello troppo grande perciò mi dimetto da presidente – tuona Di Paolo – In questi anni ho dovuto far fronte a una situazione figlia di un passato che non mi appartiene ma che per il bene della società ho cercato di tutelare. È quindi doveroso che tutte le parti, con in testa il comune di Roma, ricoprano un ruolo attivo nella risoluzione di una vicenda oramai divenuta insostenibile per un solo imprenditore che non ha mai lesinato sforzi economici e risorse”.

 

 

Il compito di far luce sull’intrigata matassa è stato affidato all’ingegner Filippo Palombini che ha già realizzato un nuovo elaborato tecnico. “Dopo aver stabilito le irregolarità strutturali dell’impianto, con i rilievi fatti dalle autorità competenti, abbiamo presentato al Comune il progetto di riqualificazione dell’Anco Marzio – precisa Palombini – Successivamente è stato concordato, con le istituzioni, un cronoprogramma dei lavori finalizzato a tenere le porte aperte al pubblico”.

 

 

Tale accordo portò alla limitata apertura dello stadio ai tifosi, operazione partita lo scorso settembre, per poi “tornare a una condizione di inaccessibilità”.

 

“Questo perché ci è stato chiesto, prima di poter procedere con i lavori, di effettuare prima la demolizione di tutte le opere abusive – conclude l’ingegnere – Richiesta incompatibile con la possibilità della società di garantire la normale funzione sportiva dell’impianto dove tra l’altro gioca tutto il settore giovanile. Non è dunque possibile accollare all’attuale proprietà una gigantesca opera di demolizione, frutto della gestione pregressa, che è inoltre incompatibile con la concessione”.

 

 

Ostia ‘pallonara’ ora s’interroga sull’incerto futuro del glorioso club biancoviola. “Ho sempre tenuto fede agli impegni presi nei 35 anni in cui sono stato alla guida di altri club – conclude con tono amareggiato Di Paolo – Vado fiero del fatto che ho sempre mantenuto la parola data. Anche se da oggi non sarò più il presidente, fino al prossimo 30 giugno tutti gli impegni presi saranno onorati. Dopo questa data dovranno essere altri a difendere il patrimonio calcistico di Ostia. La guida della società passa ora al Direttore generale, Ettore Placidi”.

 

 

 

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