Munaretto:”Ora basta, da oggi non tolleriamo più sviste, arbitraggi dubbi, attacchi senza giustificazione”
“Ora basta. Si cambia registro. Il Fiumicino Calcio va tutelato e preservato” è quanto dichiara Simone Munaretto, presidente del settore giovanile che prosegue “Da oggi non si tollerano più accanimenti. Tipo quelli di domenica. Rigore inesistente, al novantaquattresimo che ha dato la vittoria al Cerveteri. E due delle tre espulsioni (se non tutte e tre) generosissime. Lo dicono le immagini. Tutto video ripreso. Da domenica si fa così. In ogni partita. Per evitare prese di posizione di parte, bugie, faziosità. Spazio alle immagini, quelle non mentono mai. Poi a fine anno si faranno i conti. Ma con un bel reportage sottobraccio, da mostrare a chiunque, anche alla Federazione se servisse. Il Fiumicino è partito male, malissimo. Poi i nuovi innesti. È cambiato tutto. La squadra ora gioca, corre, ma viene puntualmente punita da episodi esterni. Così non va”.
Contro la prima della classe si è arrivati al culmine “Il vaso di Pandora è stato scoperchiato – afferma Munaretto – direzione a senso unico, bugie e falsità a fine match. Tutto distorto. Quasi i rossoblù fossero killer assatanati e il Cerveteri padrone del campo. Niente di più falso”.
Simone Munaretto, presidente del settore giovanile, da una settimana affianca il patron Carsetti in questa avventura. Anche lui nella barca per tentare di salvare il Fiumicino. Ieri c’ha messo la faccia, per fare chiarezza: “All’andata – dice – ci presentammo con una squadra giovanissima, senza esperienza. Il risultato fu eclatante e fece emergere la sportività del Cerveteri contro una formazione di ragazzini. Al Desideri domenica l’aria era tesa. Normale. Ed è diventata incandescente quando l’allenatore ospite, in maniera molto elegante, ha cominciato a sventolare le mani sulle sue parti intime per schernire il pubblico. L’arbitro poi c’ha messo del suo, due pesi e due misure. Cartellini su cartellini per noi, immunità per i giocatori del Cerveteri. Le immagini parlano chiaro, chiarissimo. E sono qui a testimoniarlo. Il rigore inesistente, due delle tre espulsioni assurde. Se non tre, visto che l’arbitro nel primo tempo ha punito con il rosso un gesto di un nostro giocatore che andava evitato ma rimane comunque un gesto. Tutto questo senza mai intervenire direttamente contro l’allenatore ospite che ha insultato i nostri ragazzi dall’inizio alla fine”.
In otto contro undici il Fiumicino ha giocato alla pari. Ha colpito un palo. S’è visto sorvolare due episodi che dal campo sono apparsi subito macroscopiche e le immagini testimoniano (rigore netto non visto e azione a tu per tu fermata per un fallo molto molto dubbio). “Abbiamo dimostrato di non meritar l’ultimo posto – ribadisce Munaretto – abbiamo giocato alla pari con la prima della classe, anche se tutta questa differenza non si è vista. Evidentemente se in ogni partita usufruiscono di espulsioni e rigori inesistenti a tempo scaduto si fa presto a stare lassù. Tutto quello che non avviene a noi”.
A fine gara gli animi si sono scaldati, cosa normale dopo match del genere. Ma niente che non succeda nel calcio. Tutto finito dopo dieci minuti di accesi fischi da parte del pubblico. Anche qui ci sono le immagini. Ma gli ospiti hanno continuato lo show: “L’intervento delle Forze dell’ordine è stato superfluo – sottolinea Simone Munaretto – sono state disturbate e chiamate per niente. Li ringrazio per il tempestivo intervento, ma credo che anche loro non ne abbiano capito il motivo. Nessuno aspettava i giocatori fuori ospiti dal campo. Sono usciti alle 19 per timori inesistenti, ma avrebbero potuto abbandonare la struttura molto prima senza problemi. C’erano due o tre persone imbestialite per l’andamento della gara. Ma loro erano in trenta. E la società ha sempre monitorato la situazione, per evitare che degenerasse, con un cordone di sicurezza di altre trenta persone”.
Le parole del presidente del Cerveteri poi hanno fatto il resto: “Dispiace che degli addetti ai lavori si comportino così. Oggi sfruttano la loro posizione di classifica per modificare la realtà. Così non va, le cose devono cambiare. Accettiamo la nostra posizione in classifica ma vorremmo che dipendesse tutto e solo da noi. A oggi non è così”. Da oggi si cambia. E le immagini parlano chiaro.