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Taekwondo, medaglia d’argento per Davide al “Turkish Open”

Grisoli: “Davide sta raccogliendo i frutti di molto sudore e di tanta volontà”


Nonostante i tempi certamente non favorevoli, per recarsi in alcune latitudini del nostro pianeta, il prestigioso evento Turkish Open, che si è tenuto ad Antalya, in Turchia, dal 14 al 17 febbraio ha richiamato anche quest’anno centinaia di Atleti da tutto il Mondo.

Un Argento conquistato con successo da Davide, l’atleta del team A.S.D. Centro Taekwondo Ostia-Fregene, che è salito raggiante sul secondo gradino del podio, con la sua meritata medaglia al collo conquistata in una gara molto competitiva e ad alto livello.
L’Atleta, dopo l’Oro di 15 giorni fa, anche al Turkish Open ha disputato 3 incontri di fuoco contro Atleti d’alto livello, battendoli con ampio margine; uno addirittura per K.O. alla corazza, difficilissimo da vedersi. Poi però alla finalissima deve cedere, seppure di misura, contro un atleta della Nazionale tedesca con alle spalle notevoli risultati e molte gare e esperienza.

“Bravissimo Davide – ha dichiarato il Maestro Enrico Grisoli, del Team A.S.D. Centro Taekwondo Ostia-Fregene – sta raccogliendo i frutti di molto sudore e di tanta volontà uniti a una forza d’animo che non lo ha abbandonato mai. Bravo davvero. Dopo aver conquistato l’Argento Davide mi ha chiesto se ero ugualmente contento per questo suo risultato. Ecco, questa sua domanda dice tutto e non necessita di essere spiegata. Un plauso personale va alla mamma Giovanna per aver cresciuto un giovane così  educato, umile e senza grilli per la testa”.
 
“Questa volta non citerò anche chi ha partecipato ma non ha preso medaglia, ma compaia comunque sui media nell’articolo della Società – ha sottolineato il Maestro Grisoli – non li citerò perché voglio che resti in loro l’amarezza e la consapevolezza che avendoci messo quel tantino di più potevano anche ambire al podio. Non sminuisco affatto ne la difficoltà della gara né il valore degli avversari; anzi! Sono però convinto e certo che se si ascoltano i consigli dei Maestri (e i genitori invece se ne devono stare zitti) e se si vive la vita sportiva agonistica con più impegno e continuità, sapendosi organizzare le giornate anche con lo studio e tralasciando le cose inutili, qualcosa in più ne viene fuori anche a livello di medaglie e soddisfazioni personali. Ma in questo e di questo buona parte delle responsabilità ricade anche sulle famiglie che, dal mio personale punto di vista, concedono e giustificano un pò troppo alcuni comportamenti di gioventù e così facendo ritardano la maturazione di questi giovani che, seppur bravi ragazzi, talvolta vengono trattati come fossero ancora in fasce. Lo sport è duro se si vuole arrivare da qualche parte; e il nostro lo è anche di più”.
 
 
 

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