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“IN UN MONDO MIGLIORE” : una perla del cinema danese questa sera alla Casa della Partecipazione

 “Cinema per noi”  , un nuovo appuntamento nell’agenda di Fiumicino Inverno 

 
di Fiumicino-Online

Questa sera alle 21 presso La Casa della Partecipazione a via del Buttero 3  (Maccarese) Associazione Culturale l’Albero trasmetterà “In un mondo migliore” (Danimarca, Svezia, 2010, regia di Susanne Bier) 
 
Con Mikael Persbrandt, Trine Dyrholm, Ulrich Thomsen, Markus Rygaard, William Jøhnk Nielsen, il film parla di Christian che non ride e non perdona mai. Rimasto orfano si trasferisce in Danimarca con il padre, nella nuova scuola incontra Elias, timido, pestato dai bulli d’ordinanza, genitori perfetti sul lavoro e meno nella coppia. I due scolaretti cominceranno insieme un cammino verso il male sotto gli occhi impotenti dei pur coscienziosi genitori.
Candidato danese per la corsa agli Oscar 2011, In un mondo migliore è l’ultimo film di Susanne Bier, una delle registe scandinave più famose. Come in Dopo Il Matrimonio, la Bier imposta un racconto spola tra famiglia e diverse realtà: povertà e ricchezza. 
In un mondo migliore quindi è un viaggio a colpi di montaggio alternato tra l’Africa dei medici da campo e la Danimarca opulenta dei borghesi. Allieva di Lars Von Trier, la regista ha qualche lascito del dogma: le zoomate improvvise nei momenti cruciali, ma più che forma porta in dote quel contenuto raggelante e intenso, bollino di qualità dei film danesi.
L’attenta analisi sociologica della regista Susanne Bier
“C’è del marcio in Danimarca” e ovunque. Non esiste primo o terzo mondo: con una regia di minimalismo deciso l’autrice danese evita i sociologismi e suggerisce, con tensione costante e perfetta, che la violenza nasce in qualsiasi luogo e condizione sociale, non c’è contesto o spiegazione socioculturale che tenga. La civiltà e il progresso sociale sono bei vestiti da indossare ma si rovinano quando c’è lutto, morte, sofferenza: tre bestie divoratrici dell’evoluzione simbolo del Nord Europa. I genitori, vessilli della buona educazione, sono la parte più debole e soccombono all’ira dei figli che non riescono pure sforzandosi a guidare, perché l’istinto ha una marcia in più, come le interpretazioni degli adulti di questo film.
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