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Troiane ai Porti Imperiali di Claudio e Traiano

Domenica 8 dicembre le visite guidate teatralizzate in cuffia a cura di “Teatro mobile”

 

di Dario Nottola

 

 

Domenica 8 dicembre, in due aree del Parco archeologico di Ostia Antica, ci saranno le visite guidate teatralizzate in cuffia a cura di “Teatro mobile”.

 

La prima, “Le Troiane” di Pina Catanzariti, andrà in scena alle 12 nell’Area archeologica dei Porti imperiali di Claudio e di Traiano, a Fiumicino. “Le Troiane”, nella versione che Jean-Paul Sartre scrisse a Roma nel 1964 (la sua ultima opera teatrale, proprio sessanta anni fa) evoca la guerra d’Algeria, ricordando, proprio in questi giorni, che la barbarie non ha epoca. Concepita come un adattamento del testo di Euripide e il suo ritorno ai classici greci, abbandonati dai tempi de “Le mosche”. Sartre sceglie di parlare dell’attualita attraverso l’universalità della tragedia. Viene presentata in forma di frammento sia nell’occasione della presentazione dell’edizione sonora de “Le Troiane” messo in scena da Thierry Salmon con le musiche di Giovanna Marini, a Gibellina nel 1988 nell’ambito dell’evento inaugurale di “Ascolto il tuo cuore città” all’ Istituto Centrale per i Beni Sonori ed Audiovisivi (Palazzo Mattei di Giove) sia ai Porti Imperiali di Fiumicino in una forma piu sviluppata e compiuta.

 

Evento gratuito, prenotazione obbligatoria al seguente link: CLICCA QUI

 

 

Alle 15, invece, sarà la volta di “Brecht a Roma” nell’Area archeologica di Ostia Antica: un’elaborazione drammaturgica di Pina Catanzariti da “Orazi e Curiazi” e “Interrogatorio di Lucullo” di Brecht. Perché Brecht e Roma? Perché Brecht ha sempre avuto un rapporto molto particolare con il mondo della tradizione latina. Il suo interesse deriva, almeno in parte, da una polemica contrapposizione allo stretto rapporto che la cultura tedesca aveva sempre avuto, sul terreno specifico della drammaturgia partendo da Aristotele, con la grecità. Ma, al di là di questo, a Brecht – e in particolare al Brecht degli anni dell’esilio – interessa avvicinarsi alla storia di Roma per operare uno smontaggio delle prospettive tramandate, costruite sui conquistatori e i trionfatori. Le figure a cui si rivolge vengono dunque rilette in un’altra prospettiva che, ad esempio, fa di Cesare (Gli affari del signor Giulio Cesare, frammento di romanzo postumo), un intrigante e un affarista, o del generale Lucullo (L’interrogatorio di Lucullo, radiodramma, 1939; La condanna di Lucullo, opera musicale, 1951) un uomo condannato da un tribunale. E, ancora, l’attenzione di Brecht è rivolta alle narrazioni leggendarie sull’origine di Roma, dove i suoi Lehrstücke, le sue dimostrazioni in forma teatrale, insegnano – come nel caso degli Orazi e Curiazi (1933-1934) – a riflettere e a privilegiare come strategia il ragionamento a un presunto vantaggio materiale. Roma diventa così per Brecht una sorta di modello per ragionare politicamente, socialmente e per riflettere sulla storia.

 

 

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