Ancora una storia di smarrimenti e ritrovamenti, falsi allarmi e batticuore, speranze e lacrime. Una sola verità: i cani non devono essere lasciati incustoditi
di Rosanna Sabella
“A un cane non importa se sei ricco o povero, brillante o imbranato, intelligente o stupido… Se gli dai il tuo cuore, lui ti darà il suo. Di quante persone si può dire lo stesso? Quante persone possono farti sentire unico, puro, speciale? Quante persone possono farti sentire… straordinario? » lo scriveva John Grogan nel suo romanzo autobiografico Io e Marley, reso famoso dalla celebre pellicola cinematografica del 2008 diretta da David Frankel e interpretato da Oliver Wilson e Jennifer Aniston.
Questo nome, Marley, che doveva essere di buon auspicio per il bellissimo cucciolo nero, incrocio sharpei labrador protagonista della nostra storia di oggi, ,si è rivelato invece una beffa.
Trovato da due amiche abbandonato a Velletri quando aveva solo poche settimane, il cucciolo viene prelevato e portato ad Ostia, dove una delle due ragazze lo affida ad una amica perché se ne prenda cura.
Ma il cucciolotto è vivace, cresce velocemente ed è forse un tantino irruento. La ragazza che lo ha in custodia chiede a suo padre – che ha un giardino – di aiutarla. Così il povero Marley cambia nuovamente abitazione e finisce ad Acilia.
Da quel cancello scappa – così si dice – nel mese di febbraio.
Appelli via social, locandine affisse ovunque. E finalmente il simil labrador viene ritrovato. Ma nonostante i precedenti rischi di smarrimento o peggio di finire investito in malo modo sulla via del Mare, Marley non solo continua ad essere accudito con nonchalance (la parola francese non offenderà nessuno, speriamo) ma non viene neppure microchippato.
E domenica scorsa si perdono nuovamente le sue tracce. Inutile chiudere la stalla quando sono scappati i buoi, recitava un vecchio proverbio sempre attuale.
Ciononostante, le amiche e le ormai numerose fans di Marley non gettano la spugna. E tornano imperterrite alla carica con il loro tam-tam mediatico arrivando persino a creare una community di ben 800 membri chiamato: Marley:insieme per riportarlo a casa.
L’annuncio finisce su tutti i gruppi compreso quello dei Pets Angels Fiumicino, Ostia e Dintorni, dividendo i commentatori, come sempre avviene in questi casi, in sostenitori e detrattori.
Troppi incidenti, negli ultimi mesi, talvolta finiti tragicamente – che mettono a repentaglio non solo la vita dei nostri amici a quattro zampe, ma anche quella di chi se li ritrova all’improvviso davanti.
E anche qui – in questa ultima intricata vicenda di “smarrimento” c’è scappato il morto. Non si tratta di Marley. Lo hanno confermato le Guardie Zoofile che sono intervenute sul tratto di ferrovia tra Acilia ed Ostia dove ieri l’altro un macchinista aveva intercettato l’immagine di un cane nero sui binari. E aveva avvisato la Polfer. Anche lui aveva letto il volantino. E voleva rendersi utile. Ma la bestiola ritrovata senza vita sui binari aveva il micro-chip. Non era Marley. E la ricerca continua. E si fa più affannosa. Non c’è neppure il tempo di chiedersi a chi apparteneva quel piccolo corpicino rinvenuto da un conducente che non si è voltato dall’altra parte E ha collaborato alle indagini, mostrando una condotta encomiabile. Così, finisce che anche le persone migliori, in queste situazioni, non ricordino più neppure la vera ragione che le spinse a prendere un cane: quell’amore unico puro e speciale di cui parlava Grangon nel suo libro. Un amore straordinario, appunto. Sicuramente, poco umano.