“Taranto: ci troviamo a bordo della Nave Portaerei Cavour”
Parliamo della nave Cavour (CVH-550), una portaerei STOVL italiana entrata in servizio per la Marina Militare Italiana nel 2009, costruita da Fincantieri cui era stata commissionata il 22 novembre 2000. Lo scafo è stato impostato il 17 luglio 2001 nel cantiere navale di Riva Trigoso presso Genova dove un primo troncone è stato varato il 20 luglio 2004 e trasferito al Cantiere navale del Muggiano della Spezia per l’aggiunta del secondo troncone e per i lavori di completamento della strumentazione. Il 22 dicembre 2006 ha effettuato la prima prova di navigazione ed il 27 marzo 2008 è stata consegnata alla Marina Militare per i collaudi finali, al termine dei quali il 10 giugno 2009 è entrata in servizio dopo aver ricevuto la bandiera di combattimento alla presenza del Capo dello Stato. La nave è stata costruita per combinare varie funzionalità fra cui, oltre alla predominante azione aerea tramite modelli V/STOL ed elicotteri, anche scenari di operazioni anfibie, comando complesso e di trasporto di personale civile e militare e di veicoli pesanti. Ha una velocità di 28 nodi con una autonomia di 7.000 miglia marine a 16 nodi, che corrispondono a circa 18 giorni di navigazione continua. Ha una linea di volo costituita da 18-20 aeromobili, tra aerei AV-8B Harrier, elicotteri EH-101 e AB212; ha 2 moduli di lancio verticali a 16 celle per missili SAAM/IT Aster 15, 2 impianti 76/62 Davide per difesa corto raggio e 3 mitragliere OTO/Breda da 25 mm. Il suo equipaggio fisso é di 451 militari + 203 componente volo, ma può ospitare fino a 1200 persone, in caso di missioni complesse con trasporto di ulteriori marinai e Fucilieri di Marina del Reggimento S.Marco.
Arriviamo al molo quando è ormai sera, giusto in tempo per osservare le ultime operazioni di ormeggio della nuova grande nave ammiraglia della flotta della Marina Militare Italiana, lunga ben 244 mt. e larga 39 mt. al ponte di volo, ed iniziamo ad avvertire un’emozione profonda e sincera all’idea di poter trascorrere le prossime 24 ore a bordo di questo gioiello della cantieristica italiana ed orgoglio della Marina e dei Marinai italiani.
Veniamo accolti con sincera cordialità ed estrema ospitalità dal Comandante Aurelio De Carolis, Capitano di Vascello di alto prestigio, di lunga e consolidata esperienza che, con la sua naturale simpatia ed affabilità, ci mette immediatamente a nostro agio e ci presenta agli ufficiali superiori che compongono il suo staff di comando, iniziando ad introdurci alcune delle caratteristiche più peculiari e distintive di questa unità. Le prime ore di permanenza passano veloci, tra la piacevole compagnia e le numerose informazioni che ci vengono fornite, e ben presto ci dobbiamo arrendere alla necessità di dover andare a dormire, congedandoci dai nostri ospiti che invece devono ancora completare attività di debriefing della missione odierna e di preparazione della missione di domani, che sarà una “comune” e “normale” estenuante e lunghissima giornata di tirocinio navale densa di decine di esercitazioni operative, marinaresche e di sicurezza, spesso contemporanee le une alle altre.
La nuova giornata inizia molto presto, l’equipaggio é già operativo dalle 5.30 della mattina impegnato nelle innumerevoli attività che servono a preparare la nave per affrontare una nuova faticosa missione di addestramento, si avvertono ordini e disposizioni attraverso l’interfono mentre marinai, sottoufficiali ed ufficiali sono impegnati in varie riunioni e briefing in cui si rivedono procedure, compiti, ruoli e si ripassano le sequenze delle azioni previste, prevedibili e non che si renderanno necessarie nel corso di una giornata di lavoro di “routine” di una nave militare.
Saliamo in plancia pochi minuti prima delle 7 e troviamo già tutti pronti per la manovra di disormeggio, con il Comandante De Carolis che, dopo aver verificato gli ultimi dettagli e controllato che tutti gli uomini siano pronti ed al proprio posto di manovra, dà ordine di iniziare con comandi precisi e sicuri che i vari marinai, sottoufficiali ed ufficiali eseguono con rapidità e precisione, permettendo a questo gigante di 27.100 tonnellate di muoversi con una delicatezza e leggerezza impensabili.
In pochi minuti facciamo rotta verso il mare aperto, le operazioni di uscita dal porto non sono ancora complete quando iniziano a suonare allarmi di presunte minacce di attacchi terroristici di tipo asimmetrico, cioè portate con mezzi di dimensioni più piccoli della nave, come ad esempio barchini o gommoni, ma decisamente pericolosi per l’incolumità della nave e dei suoi uomini e mezzi. Gli ordini e le azioni si susseguono precise e puntuali per prendere tutte le misure di prevenzione e reazione a tali pericoli, e ben presto l’eliminazione degli assalitori, seppure simulata, conferma l’efficacia delle procedure, degli ordini e della loro precisa e perfetta esecuzione.
Non c’e neanche il tempo per l’equipaggio di compiacersi del buon esito di queste prime esercitazioni che già suonano altri allarmi per ulteriori nuove minacce e pericoli, come l’avvistamento sugli schermi radar di un velivolo sospetto, un elicottero non ancora identificato che procede con una rotta apparentemente ostile nei confronti di Nave Cavour, per affrontare il quale scattano una nuova serie di ordini, disposizioni ed azioni consolidate da un addestramento efficace ed affinato negli anni che ben presto permettono alla nave di sventare il pericolo simulato e continuare sicura la propria navigazione, ovvero esercitazioni di avaria al timone e manovra con timone d’emergenza, una tipica esercitazione di natura marinaresca, oppure simulazioni di falle a bordo e principi d’incendio in vari e diversi punti della nave che servono a testare e migliorare tutte le procedure operative, nonchè l’allenamento e addestramento dell’equipaggio a fronteggiare situazioni di emergenza interna che potrebbero mettere a repentaglio la stabilità e la stessa governabilità della nave o peggio.
Nel frattempo altre attività si svolgono nell’hangar e sul ponte di volo, ed in effetti il rumore di motori ci informa che stanno per iniziare le operazioni aereonavali, ci affacciamo e notiamo due elicotteri già pronti per il decollo, un AB-212ASW utilizzato prevalentemente per la lotta antinave e antisommergibile, ed un EH-101 che nelle sue varie versioni può effettuare vari tipi di missioni, da quelle antisommergibile, antinave, comando e controllo di operazioni aeronavali, Maritime Patrol Helicopter a quelle di Ricerca e soccorso (S.A.R.) ed all’occorrenza anche di eliassalto e trasporto truppe. Gli elicotteri decollano in rapida successione e si allontanano dalla loro unità per svolgere le proprie missioni odierne, che saranno di appoggio simulato ad altre unità in navigazione nella stessa area di mare, con compiti di pattugliamento e scoperta antisommergibile, ma anche per effettuare una numerosa serie di decolli ed appontaggi per permettere ai vari piloti di proseguire l’addestramento per diventare Combat Ready e conseguire l’abilitazione cosiddetta “Bravo” che li qualifica ai decolli ed appontaggi diurni e notturni su Unità Navali.
Il tempo scorre veloce ed il programma di addestramento ed esercitazione è ancora denso di attività da completare, ed in effetti ci viene spiegato che la nave deve iniziare a manovrare per posizionarsi correttamente in termini di velocità e vento per l’imminente arrivo di un paio di AV-8B ‘Plus’ Harrier II, un caccia ognitempo monoposto subsonico, fornito tra l’altro, di una dotazione avionica tra le più avanzate ed utilizzato dalla Marina principalmente come intercettore per la difesa aerea della flotta, con un ruolo secondario di attacco al suolo ed antinave. Questi due aeromobili si uniscono per la giornata a quelli già imbarcati su Nave Cavour per svolgere il ruolo simulato di attaccanti e difensori, nonchè per effettuare a loro volta ripetuti appontaggi e decolli come nel caso degli elicotteri. Il rumore prodotto dal motore, un turboventola Rolls-Royce Pegasus 105 da 21.750 libbra forza (pari a 96,75 chilonewton) di spinta, é a dir poco assordante, tanto che ci vengono prontamente e cortesemente in soccorso dalla plancia fornendoci di cuffie antirumore, ma al tempo stesso fornisce una scarica di adrenalina e di emozione uniche e difficilmente descrivibili a parole. Seguiamo con attenzione ed entusiasmo le varie operazioni che si svolgono intorno agli aeromobili appontati, cercando di decifrare i vari gesti, segni e movimenti dei piloti e degli operatori sul ponte di volo che rapidamente permettono agli aerei di decollare di nuovo e ripetutamente varie volte.
Senza che ce ne accorgessimo il sole sta per concludere la sua parabola giornaliera ed il tramonto si preannuncia e con lui anche la consapevolezza che questa giornata irripetibile sta inesorabilmente volgendo al termine, infatti puntuale arriva la conferma dalla plancia che sono iniziate le operazioni per fare rotta verso il porto di Taranto dove si prevede di arrivare entro un’ora. Ma, come per impedirci di dimenticare di essere a bordo di un’unità militare, che deve sempre essere pronta a reagire ad ogni evenienza imprevista ed imprevedibile, continuano le attività di simulazione di minacce e pericoli nell’ipotesi di attraversare tratti di mare, o finanche di dover entrare in un porto potenzialmente ostile, con l’equipaggio che viene ancora sottoposto a situazioni di allarme per verificare ed affinare tutte le procedure operative, di combattimento e di emergenza. Tutto questo mentre il navigatore, dietro gli esperti e precisi ordini del Comandante, imposta ed modifica la rotta della nave per un sicuro e puntuale rientro in banchina. La manovra di attracco é una dimostrazione di esperienza, freddezza, precisione e competenza marinaresca con la quale il Comandante De Carolis muove questo gigante dei mari con una delicatezza estrema ed una precisione millimetrica.
L’avventura, e purtoppo la permanenza a bordo, si conclude con i saluti calorosi e sinceri al Comandante, al Secondo ed agli altri ufficiali, sottufficiali e marinai che ci hanno accompagnato ed assistito, ma virtualmente anche a tutti gli uomini che quotidianamente operano con eccezionale professionalità, dedizione, passione e senso del dovere a bordo di questa e di tutte le altre prestigiose navi della Marina Militare Italiana. Il nostro grazie di cuore và a tutti questi valorosi uomini e marinai per il loro impegno e sacrificio, ed in particolar modo al Comandante De Carolis che ha ci ha permesso di vivere questa fantastica esperienza che porteremo e conserveremo nella nostra memoria e nel nostro cuore per sempre.
Aldo Scattaretico
(Foto pubblicata: il Capitano di Vascello A.De Carolis al centro, Com.te Angelo D’agostino a sinistra e Aldo Scattaretico a destra)