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Dipendenze: “Quando il gioco non è più un gioco”

La Asl Roma 3 contro il Disturbo da gioco d’azzardo (DGA)

 

Pochi gli accessi ai servizi a causa dello stigma. Più alta la richiesta di aiuto a Ostia. L’utente medio ha più di 50 anni ed è occupato, 1 giovane su 4 ammette di aver giocato d’azzardo.

 

 

La Asl Roma 3 rilancia anche in estate ‘Quando il gioco non è più un gioco’, il progetto di prevenzione, cura e riabilitazione del disturbo da gioco d’azzardo con una nuova campagna social. Ad occuparsi dell’iniziativa la UOC Salute Dipendenze dell’azienda sanitaria romana, che offre servizi e prestazioni nelle sedi di Via Vaiano 53 a Roma, di Via Tagaste 2/4 ad Ostia e di via delle Ombrine 9 a Fiumicino.

 

“La strada da percorrere quando ci si trova di fronte a quella che negli ultimi anni è diventata una vera e propria dipendenza, con un abbassamento dell’età in cui ci si avvicina al gioco d’azzardo e con il facile accesso al gioco on line, è oggi più insidiosa. La nostra Asl – spiega Francesca Milito, Direttore Generale della Asl Roma 3 – in linea con le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e dell’Istituto Superiore di Sanità, anche grazie ai fondi messi a disposizione dalla Regione Lazio, si è attivata, negli ultimi anni, per offrire aiuto. La pandemia ha rallentato inevitabilmente il nostro intervento, ma adesso e soprattutto nel corso della stagione estiva, che spesso lascia soli a casa proprio gli anziani, tra le prime vittime del gioco d’azzardo, è assolutamente necessario far sapere che in caso di bisogno siamo a disposizione. Sono infatti tre le sedi dove è possibile trovare personale altamente qualificato in grado di garantire il supporto necessario con approcci multidisciplinari, personalizzati, adatti all’età e alle problematiche del paziente”.

 

“Non un vero e proprio allarme, ma di certo tra noi clinici è forte la preoccupazione – sottolinea Alessandro Gisondi, coordinatore progetto DGA per l’Area Romana della Asl Roma 3 – ll gioco non è più un gioco, e veste i panni di una vera e propria malattia. In generale per tutte le dipendenze, e quindi anche per la dipendenza da gioco d’azzardo, il primo passo da compiere è chiedere aiuto, senza cercare di smettere autonomamente. L’auto-aiuto quasi mai permette di uscire dal problema. Il passaggio successivo è superare lo stigma. Purtroppo, vergogna e imbarazzo frenano l’accesso al servizio di cura. La conseguenza è che sono ancora davvero poche le persone che si rivolgono a un centro come il nostro, in una sottostima generale della portata del problema. I dati del 2023 relativi ai residenti sul territorio di competenza della Asl Roma 3 indicano quasi 1.355 pazienti totali, suddivisi per dipendenza da sostanze stupefacenti, alcol, altre dipendenze. Il numero relativo agli utenti per il gioco d’azzardo è davvero esiguo: solo 68 persone (più della metà vive a Ostia) a fronte di un fenomeno il cui volume è lievitato dopo la pandemia con un aumento che raggiunge anche il 60%”.

 

Il DGA (disturbo da gioco d’azzardo) è altamente diffuso tra gli uomini (oltre la metà risulta occupata) con un’età media che supera i 50 anni, sebbene anche quella compresa tra i 30 e i 40 anni sia un’età considerata a rischio. I dati più preoccupanti sono quelli relativi ai ragazzi tra i 14 e i 17 anni, uno su quattro dichiara di aver avuto accesso al gioco d’azzardo. Tra gli studenti risulta alta anche una percentuale di giocatori problematici e la concomitanza con l’uso di sostanze, fumo e alcol e con stili di vita non salutari.

 

Tutte le informazioni sui servizi della Asl Roma 3 sono disponibili sul sito e sui social aziendali. È possibile anche scrivere una mail a gioco.azzardo@aslroma3.it

 

 

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