Aneddoti, vicende e curiosità della storia più contemporanea del territorio di Fiumicino
di Roberto Saoncella
Oggi con il nostro viaggio nel territorio ci spostiamo nella località più distante da Fiumicino, ovvero Passoscuro, all’estremità nord del nostro Comune. È una località affascinante, piccolo borgo di pescatori di telline, nato sostanzialmente grazie all’apporto di migrazioni interne.
Alla fine degli anni ’40 infatti, solo poche case occupavano questo lembo di territorio, il resto erano capanne estemporanee che i pescatori di Minturno occupavano durante i mesi estivi in cui, con le loro barche arrivavano in zona per pescare i famosi molluschi nei bassi fondali di mare.
Con il tempo il periodo di pesca divenne sempre più lungo e con i pescatori arrivarono anche le loro famiglie, che trasformarono le prime capanne in baracche e poi in case. Nel frattempo arrivò anche l’apporto di alcune famiglie istriane, dando vita a quel primo melting pot, che a Passoscuro anche negli anni ’90 divenne accoglienza e convivenza.
“Una vita difficile in quegli anni – ci racconta il mio amico Romano, nato e cresciuto in zona – Una vita di freddo e fame, dove bisognava anche lottare contro il Santo Spirito, proprietario dei terreni e che all’inizio non voleva vendere”.
Poi iniziò la lottizzazione, sorsero le prime vere case, un primo bar, che all’inizio era una postazione per cacciatori che qui venivano a sparare alle quaglie. Nacque anche il primo stabilimento balneare, ancora esistente, l’Arcobaleno.
“Lì ci lavorava mia moglie, servendo al bancone o ai tavoli. Era una struttura molto alla buona, ma funzionale”.
Nessuno, o forse pochi sanno, che quell’angolo di terra e mare avrebbe avuto nel 1960 il suo momento di gloria. Un giorno, infatti, ed era l’inverno del 1959, entrarono nel locale alcuni signori ben vestiti, con cappotto e cappello. Uno di questi si chiamava Federico Fellini. Dissero che avrebbero voluto girare in quel posto la scena finale di un film “la dolce vita”, con Marcello Mastroianni. Alle signore non sembrava vero, soprattutto per il nome del bel Marcello. Presero accordi, e nei giorni successivi si impegnarono a fondo per ripulire e lucidare tutto.
“Ma fu uno sbaglio! – ci racconta Romano – perché quando, alcune settimane dopo, il regista tornò, rimase sconvolto. Fellini voleva proprio quell’atmosfera decadente che aveva visto giorni prima, con la salsedine sui vetri e la sabbia ovunque. Era pronto ad annullare tutto. Quindi, dopo tanta fatica, mia moglie e la cognata furono costrette a sporcare tutto di nuovo, tirare la sabbia sui vetri ecc.”.
Il film era salvo. Il bel Marcello passo alcuni giorni in zona, per la gioia delle signore. Anita Ekberg non si vide mai, perché la scena finale era con la giovanissima Valeria Ciangottini, nel film Paola.
“E una cosa la voglio dire – ha concluso Romano – A Fregene dicono che la scena finale sia stata girata da loro, alla foce dell’Arrone. Non è vero, si tratta di Passoscuro e della foce del Rio Tre denari. A ciascuno il suo”.