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Il coraggio di lasciarsi tutto alle spalle

La rivincita di una “buona a nulla” che, dopo un percorso di vita doloroso, riesce a tirar tutte le potenzialità sopite

Stefania ha 38 anni quando riesce a dire basta. E’ già qualche anno che ci prova, ma non trova la forza o il coraggio di mettere la parola fine a un matrimonio stanco, umiliato. Un rapporto nel quale suo marito Andrea ha sempre recitato il ruolo del partner intelligente, bello e di successo e lei quello della ragazza “non abbastanza”: non abbastanza chic, non abbastanza colta, non abbastanza capace a letto e fuori. D’altronde, lei è abituata a non sentirsi all’altezza. Primogenita di tre figli, è cresciuta in una famiglia dove il lavoro e i soldi contavano più dei sentimenti. I genitori non avevano mai tempo per lei, se non per rimproverarla ed esortarla a occuparsi dei fratelli più piccoli. Mai un abbraccio, un complimento, un bacio: in casa si respiravano solo obblighi e disapprovazione. Ben presto Stefania trova rifugio nel cibo: mangia di tutto e a tutte le ore, mentre sogna una vita diversa, dove qualcuno la ami davvero e non la faccia sentire in colpa.
Il primo ragazzo che conosce è Andrea tre anni di fidanzamento e poi le nozze, celebrate in un giorno feriale che i suoi avevano libero. Finalmente libera, lei pensa: e invece la storia si ripete. Il marito è un ragazzo debole, a sua volta segnato da un’infanzia troppo severa e sin da subito le rovescia addosso le proprie frustrazioni. E’ cambiata la casa, l’interlocutore ma le critiche sono sempre le stesse: non sei buona a nulla, non vali niente, mi hai proprio deluso. Quel che è peggio che lei crede a tutto quel che le dice Andrea e per dieci anni si sfibra cercando inutilmente di compiacerlo.
Intanto legge moltissimo, soprattutto qualsiasi cosa riguardi la psicologia e ritrova pian piano quella forza in sé, quella fiducia che pensava di avere completamente azzerato nell’infanzia. Ogni tanto immagina di separarsi, ma a paralizzarla c’è il suo lavoro precario e con lui la paura di non farcela psicologicamente e economicamente, soprattutto per la figlia Martinache è il suo unico capolavoro, la sua vera ragione di vita. Come cantava De Andrè, “passano gli anni, i mesi e se li conti anche i minuti” ma niente cambia, fino a che Stefania si rivolge a una psicologa per tentare una terapia di coppia che possa salvare il matrimonio. L’esperimento fallisce: Andrea non ammette nessuna responsabilità nella crisi del loro rapporto e la insulta per essersi rivolta a un’estranea che mette bocca nelle loro cose.
Ma ormai qualcosa è cambiato: l’analisi ha risvegliato Stefania dal torpore e lei improvvisamente si rende contodi avere due braccia, due gambe e un cervello da far funzionare a stretto giro. Spedisce curricula, telefona, chiede: ora che ha deciso di riprendere in mano la propria vita non ha paura di nulla. Nel giro di qualche mese trova un impiego migliore più stabile e sicuro. Andrea accusa il colpo quando finalmente gli comunica di volersi separare.
Pensa ancora che non sia in grado di andare fino in fondo e intanto le fa il vuoto intorno: le famiglie si schierano tutte con lui e così gli amici comuni. Lei è la pazza che vuole distruggere una famiglia, separare il padre dalla figlia adorata (che però non vede mai, ma cosa importa?), buttare all’aria diciotto anni di matrimonio. E questo senza che siano corna di mezzo: davvero il progetto bislacco di una povera cretina. Ma Stefania tira dritto, ingoiando lacrime di rabbia e delusione. A darle la forza è proprio la figlia Martina, anche lei stanca delle discussioni e delle frecciate che sono l’ordinaria comunicazione dei suoi genitori.
E finalmente, dopo mesi di solitudine e paura, ricomincia a sorridere e a vedere il futuro con altri occhi. Ha fatto tutto da sola: Andrea le passa una cifra simbolica per le necessità della figlia, ma quasi non ci fa caso. Pian piano ha sistemato la casa, comprato quel tappeto che sognava da una vita, è tornata al suo peso forma.
Da quando Stefania ha ricominciato a volersi bene, gli uomini la trovano irresistibile e le fanno una corte spietata, ma lei non è ancora pronta per una nuova storia. Al momento assapora la sua nuova libertà e ogni mattina rilegge il post che la figlia ha attaccato sullo specchio del bagno: “Mamma hai rimescolato le carte della tua vita e hai lasciato tutti a bocca aperta”. 
Fosse anche solo per questo, ne valeva la pena per Stefania, e per dare una speranza a tutte le donne che pensano di non farcela.
 
Paola Gentili
 
 
 

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