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Le dipendenze ai tempi della pandemia

Tra i disturbi comportamentali sono sempre più in crescita la dipendenza tecnologica e i disturbi alimentari


COSA STA ACCADENDO?

Il Coronavirus rappresenta un evento comune e complesso ove la quotidianità e gli aspetti che sin a quel momento davano certezze sono diventate instabili e mutevoli. La perdita di punti di riferimento stabili ne sta significando un rivoluzionario riadattamento della specie umana.

Il Coronavirus può essere individuato in un unico concetto “DISASTRO COLLETTIVO” nonché un’esperienza terrificante e/o un evento Traumatico che può condizionare in modo grave le funzioni sociali, cognitive ed emotive.

In questo scenario molti comportamenti da semplici o comuni abitudini diventano sempre più una ricerca esagerata e patologica del piacere attraverso mezzi, sostanze o comportamenti che sfociano nella condizione patologica. Questo è il principio di DIPENDENZA. In altre parole l’individuo dipendente tende a perdere la capacità di un controllo sull’abitudine.

LE DIPENDENZE DA SOSTANZE

Ai tempi del Coronavirus la questione delle DIPENDENZE e dei consumi emerge come un drammatico effetto collaterale. Queste riguardano praticamente ogni cosa: dal cibo, alle relazioni umane, pornografia sino alle droghe.

È dipendenza tutto ciò di cui non puoi più fare a meno. Non importa se a mancare è un sentimento, una persona oppure una sostanza. Il risultato, in gradi differenti, sarà sempre lo stesso: tanto malessere. Tra la sostanza più diffusa: la cannabis, a seguire la cocaina e l’eroina.

Il coronavirus ne ha significato un radicale cambiamento di abitudini eppure ci sono esigenze che devono essere soddisfatte, a tutti i costi. Soprattutto se hanno a che fare con le sostanze stupefacenti. Per un dipendente da sostanze, stare senza dose può risultare più drammatico dell’essere contagiati, soprattutto per chi è abituato a consumare.

Pertanto al consumo non c’è legge che tenga.  I veri dipendenti da sostanze trovano strategie alternative, pur di soddisfare i propri bisogni.

Le domande sono: Perché pensare agli stupefacenti? Non ci sono cose più importanti da risolvere?

I consumatori di eroina e cocaina a maggior ragione, non possono farne a meno, l’astinenza è più terribile del virus. La compagnia della propria sostanza diventa irrinunciabile, soprattutto in questi giorni carichi di paure.

Il proibizionismo, ai tempi della pandemia, è una complicazione in più!

DIPENDENZE DA NON SOSTANZE

(INTERNET ADDICTION DISORDER)

Al tempo del Coronavirus tra i disturbi comportamentali, la dipendenza tecnologica e i disturbi alimentari sono sempre più in crescita. Gli adolescenti sono più insofferenti e nervosi, per la convivenza forzata e disregolati. Gli atteggiamenti più comuni sono l’isolamento ovvero il chiudersi in camera con il computer o lo smartphone tutto il tempo. Aumenta così la dipendenza tecnologica.

Molti adolescenti si sentono soli e cercano in rete una compagnia. Sta crescendo la dipendenza da internet. Il risultato è: non hanno più orari né regole, c’è chi mangia davanti al computer, chi sta connesso tutta la notte e poi dorme fino a tardi la mattina, pensano di essere in uno spazio-tempo diverso, come se questa non fosse la vera realtà.

Con le lezioni online, poi, i ragazzi hanno bisogno di restare connessi anche per studiare, fare i compiti e controllare le chat di classe. Si incrementano altri comportamenti disfunzionali:

         – l’intera giornata attaccati a internet,

          –videogame come Fortnite, Call of Duty e Minecraft: si tratta di giochi molto competitivi e in alcuni casi anche violenti,

         – aumento di chat sui siti di incontri: non essendoci la possibilità di instaurare rapporti reali, sono aumentate le relazioni virtuali. È molto diffuso il sexting, l’invio di video o foto nudi o seminudi, anche tra i ragazzi delle medie.

Tutto questo è espressione di un forte disagio: tra gli adolescenti stiamo assistendo a un aumento dell’autolesionismo, dei disturbi alimentari e dei disturbi del sonno

COSA POSSIAMO FARE?

In emergenza molte difficoltà sono superabili. È possibile imparare nuovi linguaggi, come ad esempio:

         * La Comunicazione Non Violenta o Comunicazione Empatica: ascoltarsi e aprire un dialogo che non sia giudicante.

         * Fare attività tutti insieme, provando a intercettare gli interessi dei ragazzi.

         * Manteniamo salde alcune regole: non svegliarsi tardi, mangiare tutti insieme attorno al tavolo e non fare acquisti che non siano necessari.

         * Cercare da genitori adulti-accudenti di rispondere alle richieste dei figli spaventati, possibilmente con un atteggiamento di sicurezza e utilizzando informazione vere.

         Cercare di non mostrarsi troppo vulnerabili e bisognosi di comprensione (come genitori), per evitare che si preoccupino troppo di voi.

         Cercate l’aiuto di un Terapeuta on – line se ci sono lutti o eventi traumatici non risolti.

LETTURA CONSIGLIATA

Le parole sono finestre (oppure muri) di Rosenberg Marshall (ed. Esserci)

“Noi ci siamo ” è un servizio online ai cittadini nato dalla collaborazione di cinque psicoterapeute esperte in gestione dello stress (Dott.ssa Tiziana Guidi zona Eur/Ardeatino, Dott.ssa Jennifer Carafa e Dott.ssa Roberta Paradisi zona Fiumicino, Dott.ssa Adriana Casile zona Appia/Tuscolana, Dott.ssa Lucia Cozzolino zona Civitavecchia). Apparteniamo all’ Associazione EMDR Italia che non ha scopo di lucro, è un’associazione a carattere scientifico in quanto riunisce i professionisti che si occupano di stress traumatico e di interventi specialistici con vittime di traumi psicologici e di situazioni di stress.  Le terapeute di “Noi ci siamo” si sono impegnate a fornire un supporto alla comunità per affrontare la situazione critica legata al coronavirus ed in particolare alle persone che lavorano in un contesto di aiuto e sono esposte al rischio della traumatizzazione vicaria come i medici, anestesisti e altri operatori sanitari. Occuparsi degli operatori sanitari significa aiutarli a ridurre lo stress e  contenerne gli effetti per affrontare al meglio l’emergenza attraverso l’utilizzo di protocolli clinici. Già in Italia ci sono diverse collaborazioni ad esempio con l’ATS di Bergamo.

Il servizio è rivolto a tutti coloro che sentono la necessità di rivolgersi ad uno specialista anche per la gestione dei bambini in questo periodo.
“Noi ci siamo” è raggiungibile al link 
https://www.facebook.com/psicologhecontrolapaura

Le consulenze psicologiche tramite le chat del sito sono gratuite.


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