“Sono convinto che distruggerà tutto l’ambiente, la fauna e le persone”
di Alessandra Zauli
Quando si pensa al vecchio Faro di Fiumicino ed ai Bilancioni non si può non ricordare la loro storia, il loro significato per tutti gli abitanti di Fiumicino.
Il Faro ha accompagnato tantissime generazioni nella propria vita. Ha visto nascere i primi amori, ha visto scorrere le lacrime, i bilancioni sono stati utilizzati come trampolino per imparare a tuffarsi nel mare, questo luogo incantato ha insegnato ai ragazzi ad essere liberi ed a percepire il senso di rispetto ed amore nei confronti del mare, della spiaggia e dell’ambiente. È stato teatro di incontri al chiaro di luna, si dice che tanti bambini siano stati concepiti proprio in riva al mare, tanto tempo fa.
Nel corso degli anni è stato abbandonato all’incuria e si è deteriorato trasformando sia il Faro che i bilancioni in dei ruderi, ma anche così hanno mantenuto intatta la loro funzione ed il loro fascino.
Costruito nel 1946 sui resti del vecchio faro precedente, distrutto durante i bombardamenti della Seconda guerra mondiale dai tedeschi in ritirata, l’attuale Faro, con i suoi 200 scalini, quasi tutti rotti, ha sempre dominato, tra i rami del fiume Tevere, l’Isola Sacra. La lanterna in esso contenuta, illuminava fino a circa 25 miglia.
Nel 1971 è stato definito pericolante e lasciato andare all’incuria e all’abbandono che lo hanno reso il rudere che è ora. Nel 2008 la zona adiacente, causa un progetto per costruire un porto turistico, è stata deturpata dalla costruzione di un simil pontile di scogli e cemento che ha distrutto e trasformato l’intera fauna marina. Il mare si è ritirato di moltissimi metri ed i bilancioni della pesca, collocati a fianco del faro, che prima erano completamente immersi nelle acque del mare, sono “finiti” sulla spiaggia.
Prima di questo scempio, l’acqua intorno ai bilancioni era profonda circa tre o quattro metri, dopo, i bilancioni, nel frattempo completamente dismessi, abbandonati, sono diventati carcasse sulla spiaggia. Da ormai più di dieci anni solo alcuni sono rimasti abitati. Ne spicca uno, per la sua bellezza, la cura con la quale viene tenuto. Lì vive Gianfranco, un uomo libero di circa 70 anni, che tutti conoscono come Attila.
Attila ha sistemato un bilancione all’interno del quale vive, ed accoglie chiunque vada a trovarlo con il sorriso. Il suo bilancione è stato ed è spesso set di films, serie televisive, spot pubblicitari e video musicali. La zona del Faro e dei Bilancioni sono la storia di Fiumicino e dei suoi abitanti.
Attila racconta di come era la zona tanti anni fa, con più spiaggia, con meno confusione e non con il porto turistico incombente. È convinto che il porto distruggerà tutto, ambiente, fauna e persone. Soprattutto dopo il covid vedere ragazzi che scherzano, corrono, si tuffano, stanno insieme in libertà, è ossigeno. Invece di immaginarli davanti ad una televisione, con in mano uno smartphone.
Attila ha sempre combattuto, in prima persona, mettendoci la faccia, contro la costruzione del nuovo porto turistico ed ora che la zona è stata assegnata in asta alla Royal Caribbean esterna la propria tristezza, ma anche la propria volontà di dare battaglia per opporsi, finché avrà la possibilità ed il fiato per farlo. A breve uscirà un film “acque sporche” che racconterà la vita di Attila narrando le sue imprese, la sua passione ed il suo impegno a difesa dell’ambiente, del mare, e delle cause in cui crede.
La zona del Faro è tuttora un luogo di aggregazione di ragazzi, adulti, bambini, animali, artisti. Se si passeggia lì intorno si possono ascoltare le chiacchiere dei vecchi pescatori che discutono fin dalle prime luci dell’alba, ci sono i ragazzi che si fanno il bagno, prendono il sole, usano le moto d’acqua. Si incontrano bambini che giocano liberi sulla spiaggia, si ammirano musicisti, artisti e funamboli che si esercitano a camminare sulla fune.
Tutto questo sembra destinato a sparire. La poesia che il nostro concittadino Renato, detto “Renatino il Poeta” ha scritto sul faro racconta più di mille parole il senso di questo luogo:
Sei stato luce
Pe anni e anni
E puro spento
Pe noi
M’hai mai cambiato i panni
A Fiumicino
C’hai cresciuto
Te
Sei centomila storie
Sei ‘nmito
Pe mijara de noantri
Sei amore
All’infinito
Renato