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Passato prossimo puntata 13: Isolato stazione

Aneddoti, vicende e curiosità della storia più contemporanea del territorio di Fiumicino


di Roberto Saoncella
 
Alcuni orti che diverse persone avevano preso in affitto per coltivare frutta e verdura lungo i binari (compreso mio nonno Giovanni), una fontanella, un piccolo bar non sempre aperto, la fermata del vecchio autobus 020 che da Fiumicino portava fino a Maccarese e ovviamente un treno, che circa ogni ora collegava il litorale con la Capitale. Erano queste le uniche cose che c’erano, in quello che oggi viene considerato l’ex isolato stazione di Fiumicino.
 
Abitata e attiva economicamente fin dall’inizio del 1900, quest’area dopo la seconda Guerra mondiale rimase invece abbandonata e ai margini di Fiumicino. Su tutto svettavano solo i ruderi dell’antica vetreria, bombardata dai tedeschi in ritirata e così rimasta fino al primo decennio degli anni 2000 quando, acquistata da una nota società internazionale, è diventata un grande albergo. Alle spalle invece, isolati tra i campi, spuntavano le sagome, quasi anglosassoni, delle casette degli ex dipendenti della vetreria stessa, ancora oggi visibili in via dei Merluzzi.
 
Poco più in là, la ex maternità della ASL di largo dello Spinarello (dove fino a tutti gli anni ’50 i figli dei Fiumicinesi potevano nascere) e ultimo lembo di terra dove arrivava la strada asfaltata. Oltre c’era solo campagna.
 
Invece, sul lato della via Portuense, l’area era occupata da una lunga serie di baracche, costruzioni impossibili e capannoni. Nella memoria dei più “anziani”, si ricordano la casa con la scritta “OSSIGENO” per la rivendita delle suddette bombole, e poco più avanti il ristorante La Nave, poi diventato discoteca e pub (il Blue Heart) ma chiuso già dalla fine del secolo scorso. All’angolo una costruzione Acea, mai utilizzata, poi diventato Jazz cafè e ora “In dispensa”.
 
I primi ad andarsene, non ad arrivare, lo sappiamo bene, sono stati quelli delle Ferrovie dello Stato. La fermata di Fiumicino paese, stazione ferroviaria passante nata nell’800 per proseguire con i binari lungo il molo di via Torre Clementina (VEDI FOTO), dopo più di un secolo di vita veniva definitivamente chiusa. L’area del vecchio piazzale venne quindi acquistata dall’amministrazione per realizzare la nuova sede comunale. Poi fu la volta dell’ex corpo di fabbrica della vetreria, che fu recuperata e presa in gestione dal Mercure hotel, seguito a sua volta dalla sede del Commissariato di Polizia (che prima era in via della Pesca), e a ruota tutte le altre costruzioni della zona. L’ultimo intervento è quello ancora in corso, ovvero la costruzione delle due torri e la riqualificazione dell’area dell’ex supermercato EmmePiù.
 
Nel complesso ritengo che si tratti di uno degli interventi di riqualificazione edilizia meglio riusciti di tutto il territorio. Resta purtroppo la grave pecca, ovvero quella di un’amministrazione che troppo facilmente cedette alla volontà del gruppo FS, senza capire le necessità di una città in rapida crescita. È vero che sul finire degli anni novanta, le privatizzazioni avviate da questo Paese, hanno fatto più danni che altro. In quegli anni, il nuovo corso politico economico dell’Italia non sembrava infatti lasciare alternative: lo Stato doveva fare un passo indietro, il privato avrebbe fatto di più e meglio del pubblico. Sappiamo che così non è stato, e l’accusa di miopia (non altro) dell’allora amministrazione, ci sembra l’accusa più giusta da rivolgere a distanza di 25 anni da quella scelta.
 
PASSATO PROSSIMO:
– Isolato Stazione
– Peter’s Club 
– Acquofono 
– Parte di quà e parte di là 
– Shanghai 
– Di scafa in scafa 
– Il mistero di Sophia Loren 
– L’ultimo sigillo 
– Gennaio 2014 l’alluvione dell’Isola Sacra 
– La parabola del carnevale 
– I canali nascosti 
– “Cancelli Rossi”, “Villaggio Azzurro” e la “Casa gialla” 
– Carry On
 
 
 
 

 
 

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