Aneddoti, vicende e curiosità della storia più contemporanea del territorio di Fiumicino
di Roberto Saoncella
Per capire di cosa parleremo oggi, ci dovremo più che mai far aiutare dalle visioni satellitari offerteci da Google Maps. In questa puntata ci concentreremo infatti sull’area di Fiumicino che va da via del Faro al mare, che rappresenta una delle zone più densamente popolate del Comune, ma che sostanzialmente non ha un nome.
Iniziata ad urbanizzarsi intorno la fine degli anni ’50, si può dividere in due grandi fasce: la più costiera, tra via Giorgio Giorgis e il mare, e quella più interna che invece va fino a via del Faro (Vedi foto 1). La prima, rimasta per decenni di competenza del Demanio Marittimo, non ha mai avuto la possibilità di una vera programmazione urbanistica. Il risultato è ciò che vediamo oggi, ovvero un groviglio di stradine e case di varia natura.
La seconda fascia viene invece pianificata negli anni ’60 entrando nel nuovo piano regolatore di Roma sotto il nome di zona F1. Ecco allora che i lotti di terreno si presentano più regolari e le strade più dritte. La pianificazione urbanistica diventa anche la fortuna di tante piccole famiglie di costruttori di zona, che realizzano decine di palazzine con criteri anche estremamente innovativi: appartamenti con ampi balconi, giardino e posti auto interni e tanto di casetta esterna per la raccolta dell’immondizia. I nostri genitori, chi vi scrive ha 47 anni, comprano queste case a cambiali, con la prospettiva di debito al massimo di 10/15 anni e con tutte le storie di difficoltà, escamotage e aiuti familiari reciproci, che un pò tutti conosciamo.
Siamo nel pieno degli anni ’70, la popolazione cresce, sempre però dentro il limite di via del Faro che rappresentava ancora il confine dell’aria urbanizzata. Oltre ci sono solo casali e campagna dell’agro Romano: la vera Isola Sacra. Per questo, anche se ufficialmente, da un punto di vista catastale, tutta l’area è considerata Isola Sacra, gli abitanti di questa porzione di Fiumicino non si sono mai sentiti isolani. Ma, d’altro canto, i residenti di Fiumicino centro non volevano cedere il loro nome di Fiumicinesi a questi giovani nuovi residenti oltrefiume. Per questo forse la soluzione divenne quasi tacita, nel senso che nessuno, tra di noi “autoctoni”, abitava più a Fiumicino; al massimo si era o “della parte di qua” o “della parte di là”. Il fiume Tevere diventava così il nuovo confine. La scelta di dire a quale parte si apparteneva, lo stabiliva il luogo dal quale stavi parlando: se abitavo a Fiumicino centro, ma la domanda “dove abiti?” mi veniva posta in Darsena, rispondevo “in parte di là “. O viceversa. Tutti potevamo quindi essere a volte di qua, a volte di là, chiarendo così la cosa tra di noi, ma senza che il problema del nome della nuova zona fosse stato risolto.
Padre Alberico Papi, storico parroco e fondatore dell’allora nuova erigenda chiesa Stella Maris, per anni provò ad imporre la sua idea che questa zona si dovesse chiamare “Lido del Faro”. Il suo unico risultato tuttavia fu di riuscire a far dare questo nome solo alla nuova scuola elementare che stava sorgendo (Vedi foto di copertina). Era il 1972, nell’immagine numero 2 (scattata alcuni anni dopo), possiamo notare ancora l’area incolta in cui oggi sorge il campo sportivo Cetorelli e la Posta. Tutta l’area era di proprietà di Alberto Capolini, venuto dall’Abruzzo insieme al padre e al fratello Piero (che poi proseguirà l’attività di famiglia con il ristorante “Zì Pina”). Alberto invece preferisce l’edilizia e alla fine degli anni ’60 compra 10 ettari di terra proprio al limite di questa nuova zona di espansione. L’idea era quella di farci tutte palazzine come quelle che realizzò nel confine ovest della sua nuova proprietà (vedi foto 3). Case che ancora oggi possiamo vedere su via delle Lampare, via Bignami e inizio via Anco Marzio. Poi i piani cambiarono, l’espansione edilizia necessitava anche di servizi, e allora invece delle abitazioni Alberto cedette i suoi terreni prima per le scuole, poi per la telefonia (all’allora SIP), poi al comune di Roma per realizzare il centro sportivo e infine arrivarono anche le Poste.
Oggi l’area è ancora in attesa di un reale completamento, e proprio questo suo essere rimasta zona non ancora edificata (parlo dei terreni attorno la ex centrale Enel) si può ancora percepire quel senso di area di confine tra le due Isole, quella urbanizzata e quella agricola di 30 anni fa. Il nome di questa parte di Fiumicino però non è mai arrivato, ma questo in realtà, ai residenti ormai invecchiati, non sembra essere mai stato un problema.
DIDASCALIE FOTO
FOTO 1 in azzurro, più o meno, l’area oggetto di pianificazione urbanistica. In giallo l’area cosiddetta ex demanio
FOTO 2 panorama da via angelo Paolucci, verso la ex centrale Enel. Si possono ancora notare i vecchi serbatoi del carburante e tutto a sinistra i prefabbricati del vecchio asilo nido, restati in funzione fino al 2006.
FOTO 3 l’area di proprietà di Capolini. Si notano a sinistra le case da lui realizzate come prima edificazione. Le scuole arriveranno inizio anni ’70, la SIP nel 78, il campo e la Posta negli anni ’80
Puntata 8 … “Shangai”
Puntata 7 … “Di Scafa in Scafa”
Puntata 6 … “Fiumicino, il mistero di Sophia Loren”
Puntata 5 … “L’ultimo sigillo”
Puntata 4 … “Gennaio 2014, l’alluvione dell’Isola Sacra”
Puntata 3 … “La parabola del carnevale”
Puntata 2 … “I canali nascosti”
Puntata 1 … “Cancelli Rossi”, “Villaggio Azzurro” e la “Casa gialla”