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Passato prossimo puntata 9: “Domenica pomeriggio si balla” Il Carry On e la discoteca alle 15.30

Aneddoti, vicende e curiosità della storia più contemporanea del territorio di Fiumicino


di Roberto Saoncella

Avevamo i capelli cotonati e delle improbabili acconciature. Non eravamo troppo svestiti, ma sicuramente eravamo appariscenti. Le scarpe da ginnastica erano a malapena tollerate, ma l’abbigliamento doveva essere consono. Stiamo parlando dello stile da discoteca che ha caratterizzato i nati nel decennio anni ’70 e che sono quindi cresciuti a cavallo tra gli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90. Ma non vogliamo parlare di moda bensì del divertimento di quegli anni e dei locali da ballo, le famose discoteche.
 
Fiumicino in ambito musicale è riuscito, in quel periodo, ad esprimere una grande vivacità imprenditoriale e culturale. Il Peters, già attivo da anni, il Jack & Elwood, che arriverà invece subito dopo, o l’Acquofono, solo per citarne alcuni. Sarà questo il viaggio di questa e delle prossime due puntate di “Passato prossimo”.
 
Questa settimana vogliamo cominciare da un must di quegli anni che era la discoteca pomeridiana e che a Fiumicino ha un nome specifico: il “Carry On”.
 
Era il 16 ottobre 1982 quando alle ore 21:00 apriva i battenti per la prima serata il locale di via Monte Solarolo. Ad inventarlo ci sono 3 giovani poco più che ventenni, Emilio e Salvatore, rispettivamente dj e tecnico luci, che si dilettano in un programma radiofonico dell’allora Radio Faro, insieme all’immancabile amico Enrico. In quel vecchio manufatto già esisteva, fino al 1980, un club chiamato il New Vip, che però aveva preso fuoco ed era chiuso da un paio di anni.
 
Avevo 20 anni e allora a Fiumicino c’era il Peter’s che era il locale per eccellenza del sabato sera – ha dichiarato Emilio, uno dei tre fondatori e primo dj del locale – Batterlo era difficile, così noi ci conquistammo il pubblico minorenne del pomeriggio”.
 
Nasce così anche a Fiumicino la discoteca pomeridiana, che permetteva ai giovani compresi tra i 16 e i 18 anni, che non erano ammessi nei locali notturni, di scatenarsi a ritmo delle hit del momento. Si entrava dalle 15.30 e alle 20 si spegneva la musica. Il locale aveva una capienza di 400 persone. La metà arrivava da Ostia con l’autobus 02, mentre una buona parte arrivava con la macchina di mamma o papà, che rimanevano a guardare, per almeno 10 minuti, mentre tu eri in fila. Gli altri erano già in coda, arrivati presto in motorino dai vari angoli di Fiumicino.
 
A volte per entrare, Pino Daloia, detto Pino il mostro (buttafuori nel weekend, impiegato comunale ad Ostia di giorno nonché attore), chiedeva il documento se sospettava che avessi meno di 16 anni. L’ingresso costava 8mila lire e dava diritto ad una consumazione gratuita rigorosamente analcolica. Le donne entravano gratis, ma bisogna essere in coppia.
 
Poi iniziavano 4 ore di puro divertimento con la musica di dj tutti nostrani come Maurizio Pimpinella, Marco Trani, Ernesto Napoli, Roberto Ghiani o Lamberto Villani.
 
“Andavamo a prendere i dischi di importazione a Piazzale Flaminio, e la sera arrivavamo con almeno 150 / 200 vinili”, ha dichiarato Angelo Casaloni Dj, al secolo Angelo Patrizi, altro storico disk jokey del Carry On. Il modello era già impostato: la musica saliva nel ritmo col passare delle ore. Le finestre oscurate, le luci e il fumo delle sigarette completavano il quadro. Poco importa se fuori il sole stava ancora tramontando, dentro sembrava di essere nel cuore delle notti del divertimento riminese.
 
In un decennio le abbiamo ballate tutte, da Blondie con la sua “Call me” (1980) fino agli Snap degli anni 90, passando per i Duran Duran, i Culture Club, gli Spandau Ballet, Madonna in tutte le sue versioni e anche una lanciatissima Ivana Spagna con la sua “Easy Lady”.
 
Verso le 18.30, quando ormai la musica era arrivata al massimo del ritmo, entravano in scena i lenti. Una quarto d’ora, mezz’ora al massimo, giusto il tempo per riprendere fiato: George Michael, Bonny Tyler, più avanti anche Brian Adams, erano alcuni dei titoli adatti per flirtare abbracciati, sotto gli sguardi indescreti di tutti gli amici e le amiche della comitiva.
 
Tante le innovazioni anche tecnologiche che arrivano negli anni: “fummo i primi a mettere gli schermi interni a circuito chiuso in cui proeittavamo sia i videoclip che le immagini in diretta della serata”, dichiara orgoglioso Salvatore, che ha sempre curato per il Carry On la parte tecnica.
 
Poi con gli anni ’90 il clima cambiò. In primis i 16enni cominciarono ad avere accesso anche ai locali del sabato sera. Poi l’avvento della tecno segnò il definitivo tracollo della discoteca pomeridiana. Nel 1992 il Carry On chiuse, provò a trasferirsi per qualche anno in estate a bordo piscina, ma ormai quell’esperimento sociale non aveva più senso di esistere.
 
Non siamo riusciti a recuperare molte foto di quel periodo, confidiamo quindi in voi lettori e nei vostri cassetti nascosti.
 
 
 

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