La giornalista, intervistata da Vincenzo Taurino, ha raccontato importanti testimonianze sul ruolo del reporter di guerra
di Fernanda De Nitto
La Biblioteca per la Nonviolenza, in collaborazione con il Movimento non violento e l’associazione Io, Noi, nel contesto delle iniziative promosse con il progetto “la nonviolenza in cammino”, hanno organizzato per il pomeriggio di ieri la presentazione del libro “La Meccanica della Pace” di Elena Pasquini, giornalista, esperta di interventi umanitari e conflitti, cooperazione internazionale e sviluppo, collaboratrice, da anni, con diverse testate nazionali ed internazionali.
Le organizzazioni promotrici sono particolarmente impegnate a livello locale e nazionale nella progettazione e realizzazione di iniziative nel campo dell’innovazione sociale e culturale; tra i principali obiettivi quelli di diffondere, anche attraverso i volumi presenti nella Biblioteca per la Nonviolenza, cultura della Nonviolenza, della solidarietà e dell’integrazione sociale in tutti gli ambiti.
La giornalista Elena Pasquini, intervistata da Vincenzo Taurino, Presidente dell’Associazione IO NOI – ODV, insieme con i giovani dell’organizzazione e del Movimento nonviolento, ha raccontato importanti testimonianze sul ruolo del reporter di guerra e su come la pace possa essere scientificamente realizzabile con metodi e strumenti specifici.
L’inviata di guerra partirà fra pochi giorni per il Libano da freelance, una scelta che le consentirà di avere più tempo per approfondire la conoscenza dei luoghi e dei conflitti, recandosi in un territorio dove non era mai stata in precedenza.
L’idea di scrivere “La Meccanica della Pace” è nata nella Pasquini proprio al sorgere del conflitto russo ucraino. Nel testo, composto da otto interviste, l’autrice racconta la storia di persone che sono riuscite a negoziare un accordo, a contribuire alla riconciliazione tramite la diretta testimonianza dei protagonisti.
“La pace non è un’utopia ma si può raggiungere attraverso una scienza molto complessa portata avanti da persone motivate e preparate che hanno conosciuto l’orrore dei conflitti”.
Per la giornalista la pace si può realizzare, seppur con un iter molto complesso, investendo sui processi di pacificazione, affrontando il problema alla radice e cercando una fondamentale negoziazione tra le parti. Per arrivare ad una riconciliazione occorre cercare un compromesso tra i cosiddetti nemici che devono avere la volontà di sedersi allo stesso tavolo, dove la giustizia è funzionale alla pacificazione. La sola condanna dei crimini di guerra, vista come unica forma di giustizia, così come la vendetta, la deumanizzazione e la polarizzazione non permetteranno mai la pace. La scienza della pace per l’autrice è una metodica nella quale è fondamentale anche il dialogo con la storia che deve essere conosciuta in tutti i suoi aspetti.
Elena Pasquini ha seguito negli anni numerosi conflitti, in particolare in Africa, ma anche in Kosovo, sempre con la stessa determinazione nel volere raccontare i fatti con impegno e professionalità cercando, nei limiti delle possibilità, di interloquire con tutti, compresi i soldati. Per l’autrice un’informazione libera può essere utile al fine di contrastare la propaganda e la disinformazione.
La Pasquini, che terminerà il suo viaggio in Libano alla metà di maggio, ha promesso al pubblico presente all’evento, di ritornare a Fiumicino per raccontare quanto visto e vissuto nello Stato del Medio Oriente.
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