Per prevenire il rischio sanitario trasfusionale è necessario diagnosticare precocemente l’anemia
di Dario Nottola
Un codice identificativo univoco inserito in un braccialetto personale indossato direttamente dal paziente consente a chi necessita di una trasfusione di ricevere solo il sangue assegnatogli dal Centro Trasfusionale. In caso di associazione errata tra paziente ed unità, il braccialetto emette un allarme visivo e sonoro che impedisce la procedura trasfusionale. Questo sistema, presente in pochissime altre realtà sanitarie del Paese, è attualmente in uso nel Lazio solo in due strutture: una di queste è l’Ospedale G.B. Grassi di Ostia, l’altra è l’Ospedale Belcolle di Viterbo.
“Prevenire errori nel percorso della trasfusione del sangue; sbagli che possono anche costare una vita. Al Servizio Immunotrasfusionale SIMT della ASL Roma 3 questo non è possibile, perché da tempo abbiamo attivato un sistema informatizzato che consente di tracciare la trasfusione dal momento della richiesta in reparto da parte del personale sanitario, attraverso l’identificazione delle unità più adatte al paziente presso il Centro Trasfusionale, fino all’arrivo delle unità al letto del paziente stesso”, spiega Luca Mele, Direttore del Servizio Immunotrasfusionale (S.I.M.T.) della Asl Roma 3 presso l’Ospedale G.B. Grassi di Ostia
“E’ essenziale – aggiunge – che pazienti e familiari siano a conoscenza dell’esistenza di questo sistema, in maniera che ne richiedano sempre l’applicazione, sia perché garantisce al paziente la sicurezza della trasfusione, sia perché aiuta a diffondere la fiducia nella gestione della trasfusione in ospedale e nei servizi offerti dalla sanità pubblica”.
In occasione della V Giornata Nazionale per la Sicurezza delle cure e della persona assistita, che si celebra ogni anno oggi, 17 settembre, il Centro Trasfusionale della ASL Roma 3 sottolinea l’importanza della consapevolezza della sicurezza nella trasfusione di sangue.
“L’obiettivo è quello di maturare una maggiore consapevolezza sull’utilizzo del sangue, consentendo la diffusione delle corrette pratiche da adottare per prevenire gli errori nel percorso della trasfusione, La gestione della trasfusione del sangue è un processo molto complicato e la condizione di massima sicurezza per il paziente sarebbe in realtà quella di evitare di ricevere una trasfusione in caso di anemia, se possibile. La prevenzione riduce quindi il rischio sanitario e identificare rapidamente l’anemia permette di limitarla ai soli pazienti per cui è realmente indicata”, evidenzia Francesca Milito, Direttore Generale della ASL Roma 3.
“L’anemia è un problema di salute pubblica molto frequente e potenzialmente molto grave. Secondo l’OMS, l’anemia è infatti una condizione globale che colpisce in particolare i bambini, le giovani donne e le donne in gravidanza e si stima che il 40% dei bambini di età compresa tra 6 e 59 mesi, il 37% delle donne in gravidanza e il 30% delle donne di età compresa tra 15 e 49 anni in tutto il mondo siano anemici. Dati che si confermano anche sul vasto territorio della ASL Roma 3. Il Centro Trasfusionale della ASL Roma 3, presso l’Ospedale Grassi di Ostia, offre alla cittadinanza un ambulatorio di medicina trasfusionale dedicato alla gestione dell’anemia. Nato alla fine del 2022 sta incrementando notevolmente il numero di prestazioni, ed attualmente registra oltre 100 accessi al mese, distribuiti per cinque giorni alla settimana, dal lunedì al venerdì. Per un totale di quasi 2.000 accessi in poco meno di due anni”, conclude Luca Mele.