Possono essere di due tipi principali: calcoli di colesterolo e calcoli pigmentati
di Fabio Reposi, direttore Farmacia Comunale Aranova
Noti anche come colelitiasi, i calcoli biliari sono sedimenti di bile induriti che si formano nella cistifellea o nei dotti biliari. Questi si sviluppano quando c’è un eccesso di uno dei componenti della bile, come il colesterolo o la bilirubina.
I calcoli biliari possono essere di due tipi principali: calcoli di colesterolo, che sono più comuni di colore giallo verde, e calcoli pigmentati costituiti principalmente da bilirubina, più piccoli e scuri.
La bile è prodotta dal fegato e immagazzinata nella cistifellea, che la rilascia nell’intestino per aiutare nella digestione dei grassi. Occorre tenere presente che la maggior parte dei calcoli biliari, circa l’80% non causa sintomi e spesso viene scoperta per caso durante esami di routine. Tuttavia, quando i calcoli si muovono o bloccano le vie biliari, possono causare sintomi come dolore improvviso e intenso nell’addome superiore destro, nausea e vomito. Nei casi più gravi, possono portare a complicazioni come colangite, un’infiammazione delle vie biliari, o pancreatite, un’infiammazione del pancreas, che possono essere accompagnate da ittero e richiedono un ricovero ospedaliero urgente.
La diagnosi di calcoli biliari inizia spesso con esami del sangue per rilevare eventuali alterazioni dei parametri ematici. In seguito, l’ecografia addominale è l’esame di “imaging” più comune per individuare i calcoli nella cistifellia. I fattori di rischio per i calcoli biliari includono il sesso femminile, in particolare dai trenta ai cinquant’anni, il sovrappeso corporeo, la familiarità, le gravidanze, la dislipidemia, il diabete mellito e la terapia estrogenica.
Le donne hanno tre volte più probabilità di sviluppare i calcoli biliari rispetto agli uomini, che invece sono maggiormente colpiti dopo i sessant’anni. Anche la dieta gioca un ruolo cruciale: cibi ricchi di colesterolo o poveri di fibre, ma anche una dieta a “zero” grassi e lunghi periodi di digiuno, possono aumentare il rischio di formazione di calcoli.
Durante l’estate le persone spesso cambiano la loro alimentazione e questo può peggiorare la situazione per chi soffre di calcoli biliari. L’aumento delle temperature favorisce la perdita di liquidi attraverso la sudorazione e, se non reintegrata adeguatamente, si può facilitare la precipitazione del colesterolo nella bile aumentando così il rischio di formazione di calcoli. Inoltre le abitudini alimentari possono cambiare, con maggior consumo di cibi grassi e alcolici, che contribuiscono negativamente. Una sana prevenzione si basa su una buona idratazione, bevendo molta acqua e consumando alimenti ricchi di liquidi come frutta e verdura. Evitare diete ricche di grassi saturi preferendo cibi leggeri a basso contenuto di grassi può fare una grande differenza. Alimenti come carne bianca, pesce magro, yogurt magro e formaggi a basso contenuto di grassi sono ottime alternative.
La colica epatica è la manifestazione più comune di una calcolosi delle vie biliari. Molti sono i rimedi fitoterapici in grado di affrontare o prevenire questo doloroso disturbo. Tra i più noti si ricordano gli estratti di foglie di boldo, detto anche albero del Cile. Le sue proprietà terapeutiche sono dovute principalmente alla boldina, alcaloide dotato di proprietà coleretica e colagoga. I semi di Amni Visnaga hanno azione antispasmodica sulla muscolatura liscia delle vie biliari. La chelidonia è indicata nella sindromi dolorose spastiche biliari con un’azione simile alla papaverina. Ed ancora i più popolari estratti di Carciofo, Tarassaco, Fumaria e Rafano presenti in molti amari medicinali depurativi.