La scuola dovrebbe essere il luogo più protetto della società
di Pietro Zocconali (Presidente Associazione Nazionale Sociologi)
Ho avuto l’onore e il piacere di intervenire a Roma, alcuni giorni fa, in un’aula del Senato della Repubblica, ad un convegno avente per tema il Bullismo e il Cyberbullismo. Per l’organizzazione dei lavori e per l’invito ringrazio il Senatore Bartolomeo Pepe e chi ha curato la direzione scientifica e organizzativa dei lavori, molto interessanti per le tematiche che hanno affrontato i vari relatori, sociologi dell’associazione che presiedo, psicologi e avvocati. Si è parlato infatti di un problema sempre più attuale, quello del bullismo nelle scuole e quello del cyberbullismo che ha per così dire una portata molto più vasta del tradizionale bullismo poiché viene amplificato a dismisura dalla tecnologia informatica ed ha per palcoscenico virtuale il mondo intero. Lo scorso 1° ottobre, il Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, nell’inaugurare, a Sondrio, l’anno scolastico riguardante tutte le categorie di studenti e alunni italiani, ha anche trattato l’argomento “bullismo”. Evidentemente è ancora un problema da risolvere o per lo meno da studiare per cercare di attenuarne le conseguenze, a volte catastrofiche, che spingono, in certe estreme situazioni, anche al suicidio, poveri studenti presi a bersaglio da bulli spietati. Il fatto che ormai tutti i giovani, dalle ultime classi delle elementari in poi, sono dotati di telefono cellulare, ha dato vita negli ultimi anni al fenomeno del cyberbullismo. Mentre fino a pochi anni fa gli episodi di bullismo erano circoscritti nel tempo e nel luogo al mero turpe episodio e vissuti dai pochi presenti al crimine, ora vengono fotografati, filmati e messi in rete rendendoli così eterni e usufruibili da tutti. E’ risaputo che non è possibile fermare o imbrigliare la tecnologia, la legge però contro certi crimini dovrebbe prendere provvedimenti adeguati al danno che provocano, punendo chi si approfitta di chi è più debole, più insicuro o soltanto più giovane e inesperto. A scuola, da parte del corpo docente, nelle case, da parte dei genitori, si dovrebbe parlare di più di questi argomenti e non lasciare ai giovani il libero arbitrio su come adoperare la tecnologia anche a danno di altri soggetti. Con You Tube, Internet, abbiamo la possibilità di una istruzione di massa impensabile fino a pochi anni fa, ma non dimentichiamo che oltre al nozionismo è di fondamentale importanza l’etica (argomento che affronterò in un convegno il prossimo dicembre presso l’università di Roma “Sapienza”) e il rispetto degli altri esseri umani, anche se più deboli, con la pelle di un altro colore o se nati dalla parte opposta del pianeta. Chiudo ricordando che la scuola dovrebbe essere il luogo più protetto della società, ancor più della famiglia: una serra perfetta nella quale far crescere i giovani, futuri padroni del mondo. E’ quindi inconcepibile che vi si verifichino episodi da caserma o da posti di frontiera aperti a tutte le insidie.