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La madre della Vita

Una storia, un messaggio, una speranza.


Non molto tempo fa nel paese di Mandrusia viveva una bellissima ragazza di nome Carmela. Era una bellissima mora dai capelli folti e lunghissimi. Tutti la guardavano e la invidiavano per il suo modo di essere. Era un donna semplice, buona e generosa.
Un bel giorno si innamorò di un bel giovane di nome Luigi, cominciarono a frequentarsi,  capirono subito che erano fatti l’uno per l’altra e decisero, dopo soli sei mesi di fidanzamento, di sposarsi per dare vita ad una splendida famiglia.
Carmela era persona molto semplice, non lavorava ma amava coltivare l’orto che stava vicino alla sua casa e vi piantava ogni sorta di ortaggi: peperoni, rape, broccoli, lattughe, cavolfiori, peperoncini, melanzane, pomidoro…Era un’eccellente padrona di casa. Si prendeva cura del marito, della casa e del terreno circostante. Luigi era un fattorino, anch’egli gran lavoratore. Usciva con la sua bicicletta, faceva le sue consegne e tornava in serata a casa.
Avevano molti amici che andavano a casa loro e loro ricambiavano andandoli a trovare. Uscivano insieme, facevano lunghe passeggiate. 
Ogni tanto andavano a visitare con le loro bici, perché non potevano permettersi  l’acquisto di un’auto, qualche bel paesino vicino al loro e così passava il tempo. I due non vedevano l’ora di allargare la propria famiglia. Desideravano tanto un figlio…
Finalmente dopo un anno di matrimonio Carmela si accorse di essere incinta. Stava bene, non aveva nausee, non aveva dolori, non aveva mal di testa, era piuttosto vigorosa e continuò ad accudire la propria casa, il proprio marito, il proprio orto. Il suo pancione cresceva, il bimbo pure e si avvicinava il tempo del parto. Carmela assieme a Luigi non vedeva l’ora di abbracciare il suo piccino tanto amato e sospirato.     
Un giorno d’inverno, mentre stava in casa, si accorse che all’improvviso il cielo si era fatto grigio e  cominciò a  piovere. Corse subito a raccoglie il  bucato quasi asciutto. Ma nell’intento di far presto inciampò su un grosso sasso. Perse conoscenza ed ebbe una forte emorragia. Le ore passarono e la donna rimase sul terreno bagnato per ore. Quando a tarda sera  rientrò il marito, come meglio poté chiese aiuto ai vicini e la portarono in ospedale.
Subito i medici si accorsero che la situazione era disperata a danno del bambino. C’era bisogno di sangue, per fare una trasfusione alla madre, ma non c’era sangue disponibile, per fortuna Luigi aveva il suo stesso gruppo sanguigno e la salvò. Il bimbo era morto in grembo e mai più sarebbe stata madre, dissero i medici a Luigi. Tuttavia Carmela, dopo lunga permanenza in ospedale, rientrò a casa. Il marito non ebbe il coraggio di rivelarle l’amara verità.
   
A poco a poco si riprese dalla perdita del figlio e cominciò a fare progetti sulla sua prossima gravidanza. Aveva ripreso a prendersi cura del suo orto, della casa e del marito. Un giorno  Luigi, stretto dalla situazione, la invitò a sedersi e le parlò con molta tenerezza, sincerità ed amore.
La povera donna, resasi conto, solo allora, che l’assenza di figli nella sua vita sarebbe stata  molto difficile  cominciò a singhiozzare. Piansero entrambi per la grave perdita subita. Infine chiese al marito di fare una grande cosa per lei, cioè di scavare un bella buca nell’orto.
Il marito scavò ed alla fine lei vi si infilò dentro, chiedendogli di annaffiarla giorno per giorno, senza smettere mai. Luigi non riuscì a farle cambiare idee. Lei era ben convinta di quel che faceva. Così, passò il tempo, le ore, i giorni, le settimane i mesi, gli anni…
Il buon Dio, che tutto vede da lassù, ebbe pietà di lei. Un bel giorno i suoi capelli divennero rami, il suo corpo divenne un tronco, i suoi piedi radici profonde. “Meraviglia delle meraviglie” quella giovane donna innamorata della vita era diventata un albero, ma non un albero qualunque, ma l’albero della vita.
Non era infatti un albero come tutti gli altri, era un albero assai prezioso per l’umanità intera. Avrebbe fornito sangue del gruppo sanguigno che serviva perché piuttosto che possedere la linfa vitale propria degli alberi, dentro sé circolava sangue umano. Carmela aveva voluto essere per sempre madre “madre della vita”. La vita che lei non avrebbe mai dato a nessun bambino ora diventava vita per tutta la gente afflitta del mondo. Chiunque avesse avuto bisogno di sangue, l’avrebbe trovato presso l’albero…

Carissimi lettori, questa storia, pur essendo triste nel suo genere è un inno alla vita, al profondo desiderio di vita che c’è in ogni donna. Ogni donna desidera generare la vita dentro di sé ma è anche vero che molte donne non saranno mai madri per svariati motivi: per malattie, per incidenti, per malattie ereditarie…a loro è dedicata questa leggenda affinché non si perdano mai d’animo e di speranza. La Bibbia, “il libro dei libri” dà molte testimonianze di donne, ormai avanti negli anni che diventano madri come lo divenne Elisabetta, cugina di Maria, la madre di Ercole…molte donne dei nostri giorni dichiarate sterili sono diventate fertili io ne sono testimone, avendone conosciuta più d’una. Molte donne sterili hanno deciso di adottare, molte altre hanno chiesto l’affido di un bimbo. Essere genitori è essere profondamente responsabili, è essere educatori per la vita, è educare alla socializzazione, ai valori, alla verità…
Altro messaggio proveniente dalla storia sono le donazioni di sangue. Aiutiamo chi ne ha bisogno. Poche gocce del rosso liquido che circola nel nostro cuore salvano chi è disperato. Una donazione non costa nulla ma gratifica la tua esistenza.


Mariapina

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