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Le pulci

Noi uomini, tante piccole pulci …


Qualche mese fa è stata da noi pubblicata la storia sul pidocchio di Andrea Camilleri, ovviamente tutta scritta in dialetto palermitano dall’autore. E’ molto carica perché parla di tutta la famiglia di un pidocchio che si annida sulla testa del patriarca Noé pretendendo che egli non si lavi perché ama la sporcizia ed il grasso.
In realtà, a chi è pulito la sola idea del pidocchio fa ribrezzo, ma chi è sporco e non ha cura di sé convive con questi piccoli disturbatori che sono, forse fra i più piccoli esseri.
Ricordo che tanti anni or sono l’ultimo dei miei fratelli fu chiamato a misurare le dimensioni di un terrazzo ai fini catastali. Ricordo che al suo rientro si grattava le gambe come un pazzo. Dovette prendere un antistaminico e fare un bagno con acqua ed amido perché si alleviasse il dolore. I piccoli mostriciattoli, trovando il calzino che impediva loro di assaltare la parte carnosa cominciarono a salire sempre più su mordendo le carni.
Perché tutta questa premessa? Perché giorni fa un’amica parlava proprio di pulci. Se in alcuni uomini c’è la voglia, la forza, la volontà di conoscersi meglio, questa viene fiaccata da chi sta intorno e non vuol fare alcun passo per migliorarsi. Insomma c’è chi preferisce la staticità e chi vuol crescere come persona per migliorare se stesso.
Certo il voler guardarsi dentro è assai faticoso perché ti induce a guardare e percepire i tuoi limiti, le tue insicurezze, le tue paure più profonde.
Però scoprirsi a poco a poco dà la percezione di ciò che si è per modificare quelle parti di te che appaiono stonate. Così in un momento di depressione la mia amica si è chiesta: “Che senso ha conoscersi se nessuna cosa cambia intorno a me? A noi?” E’ vero a volte quando siamo particolarmente tristi e stanchi sembra non cambiare nulla intorno a noi ma i piccoli movimenti interiori credo che abbiano prodotto qualcosa che non va dimenticato.
In noi c’è stato un fermento e quel fermento a minuscoli passi ci ha trasformati in meglio, ci ha fatto osservare cose che non avremmo mai visto. Immaginate il tempo nell’universo come un enorme telone dinnanzi al quale tutto avviene naturalmente. E poi tutti noi uomini, piccole pulci, essere infinitesimamente minuscoli che si arrabattano tutti i giorni: mangiano, crescono si rigenerano e muoiono, litigano, si ammazzano, sperano.
E poi? Che senso ha la vita? Che senso ha l’esistere? Madre Teresa di Calcutta si è definita una piccola goccia nell’oceano. La goccia nell’oceano è importante perché assieme a tante altre gocce compone un tappeto acquatico. Quindi ogni miserabile goccia dona il proprio contributo. Se rispetto all’Universo siamo piccole gocce d’acqua, potremmo essere anche delle minuscole pulci.
Immaginate ancora una pulce ed un elefante nella sua grande mole. E poi ancora che quella insignificante pulce mentre svolazza di qua e di là decide di entrare dentro l’occhio di un elefante. L’enorme pachiderma che tutti conosciamo diviene pazzo con la pulce dentro l’occhio che non può allontanare da sé.
Pensate adesso ai grandi uomini quelli che hanno cambiato il mondo. Saranno stati insignificanti pulci, piccole gocce nell’oceano come essere umani ma certamente grandi menti dal punto di vista creativo ed innovativo, senza di essi non saremmo andati da nessuna parte.
 
Maria Pina
 
 
 

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