Consulenza genitoriale: una risorsa per crescere insieme
Diventare genitori porta ad una ridefinizione della coppia, cambiano i ruoli, le funzioni, cambia lo stare insieme, cambia il tempo, si modificano radicalmente i confini.
“Vi sono periodi dell’infanzia che, una volta sorpassati senza frutto, non possono venir sostituiti nel loro effetti” (Maria Montessori)
“L’assunzione del ruolo genitoriale non sempre coincide puntualmente con la nascita di un bambino. La genitorialità, infatti, è connessa a un lungo processo di elaborazione delle proprie relazioni affettive primarie: l’arrivo di un figlio, suscitando nuove potenti emozioni, può aiutare a visualizzare e a riorganizzare meglio le passate esperienze, ma la nuova condizione può anche determinare un crollo psicologico proprio per il riattivarsi di sottostanti conflitti non elaborati” (Ammaniti, 2001).
La nascita del primo figlio è uno dei momenti critici che deve affrontare la coppia. Per entrambi i genitori la nascita del figlio rappresenta un evento nuovo e intenso, che evoca fantasie consce e inconsce riguardanti la propria relazione infantile sperimentata con la madre, il padre e le altre figure di accudimento significative. Si rivivono e ripercorrono le passate esperienze con l’intento di proporre o non riproporre qualcosa che si è vissuto o qualcosa che si sarebbe voluto vivere.
Ogni famiglia pur rappresentando una realtà a se stante si trova ad affrontare degli stadi piuttosto tipici, il cosiddetto ciclo di vita (McGoldrick, Carter, 1986); di conseguenza ci si trova ad affrontare svariati compiti evolutivi, come appunto la nascita del primo figlio e la famiglia con bambini piccoli o la famiglia con adolescenti.
Questi eventi, o anche situazioni di vita che determinano una ridefinizione dell’assetto familiare, come ad esempio cambiamenti a livello lavorativo, malattia di uno dei membri, ecc. possono creare un empasse, se in quel determinato momento in cui si presentano, non si riesce ad affrontare ed elaborare la criticità.
La base dell’esperienza emotiva dell’identità sia individuale che familiare, si fonda sulla capacità di continuare a sentirsi se stesso anche nell’avvicendarsi dei cambiamenti, e implica la conservazione di una stabilità di base pur nell’integrazione di nuovi contenuti mentali con quelli preesistenti.
Per il bambino, però, le trasformazioni e i cambiamenti come la nascita di un fratellino, l’ingresso all’asilo, un trasloco, possono creare angoscia e sentimenti depressivi. Il cambiamento comporta inevitabilmente il rischio di perdere precedenti rapporti e relazioni, ma anche il rischio di perdere aspetti del proprio Sé. Un evento che mette in crisi i riferimenti emotivi del bambino può determinare profonde e dolorose reazioni e ricadute nel suo mondo di affetti e relazioni.
Ovviamente non è possibile generalizzare perché le reazioni del bambino dipendono strettamente dalle relazioni emotive instaurate precedentemente nella sua storia, tuttavia si può dire che, anche nella migliore delle situazioni, numerosi eventi possono generare una minaccia proponendogli esperienze dolorose.
All’interno di queste situazioni di empasse, di particolare difficoltà, di perdita di un punto di riferimento si colloca l’intervento di consulenza genitoriale.
Scopi dell’intervento sono appunto affrontare particolari criticità legate allo sviluppo o a eventi significativi che hanno coinvolto tutto o parte del nucleo familiare.
Mettere il genitore nelle condizioni di riflettere sugli stati mentali propri, del figlio e su quelli che si attivano nella relazione. Questo perché la capacità di essere consapevoli dei differenti stati mentali e del modo in cui si traducono in comportamenti e azioni all’interno della relazione ha un enorme impatto sul modo in cui rispondiamo alle richieste e ai bisogni dei più piccoli (Fonagy, Target, 2001).
Aiutare i genitori a modulare gli stati emotivi propri e quelli del figlio. La regolazione emotiva è una funzione cruciale dello sviluppo, ma per la maggior parte dell’infanzia, e talvolta anche oltre, i bambini dipendono dalla capacità dei genitori di fornire una guida e un sostegno a questa competenza.
Permettere ai genitori di riconoscere il proprio figlio come una creatura dipendente, ma anche separata, con una propria mente in costante evoluzione.
Facilitare la funzione genitoriale della coppia. L’intervento di consulenza genitoriale può durare da uno a tre incontri di un’ora ed è effettuato con la coppia genitoriale o con il singolo genitore richiedente. E’ mirato ad affrontare particolari criticità e a definire le strategie migliori per entrare in contatto con il bambino o l’adolescente.
Nei primi incontri non è richiesta la presenza dei figli.
Dott.ssa Pamela Russo
Psicologa clinica, Psicoterapeuta
www.pamelarusso.it