La mobilità elettrica rappresenta oggi una delle principali leve per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità che in Italia, così come nel resto dell’Europa e del Mondo, sono divenuti prioritari sia per questioni economiche relative all’importazione di combustibili fossili e alla dipendenza dai Paesi esportatori sia per motivi etici e in ottica futura, per la salvaguardia del Pianeta e il miglioramento delle condizioni di vita, in particolare per le nuove generazioni.
In questo contesto, la diffusione delle auto elettriche può davvero accelerare un cambiamento epocale, abbandonando gradualmente i veicoli obsoleti e inquinanti e abbracciando definitivamente quei principi ambientali che sono al centro delle agende politiche a livello globale.
Affinché ciò possa manifestarsi, però, è necessario uno sforzo per rendere il mercato automotive elettrico sempre più interessante e attraente, offrendo al cittadino quei servizi collegati al comparto, come la possibilità di ricaricare le batterie in modo veloce e senza troppi problemi, consolidando la presenza di colonnine di ricarica che, come vedremo in seguito, in Italia risultano essere ancora molto scarse.
Colonnine di ricarica: la situazione italiana
Le auto elettriche in Italia occupano una fetta molto ridotta di tutto il parco circolante del nostro Paese, con percentuali mensili di vendite che si aggirano sempre intorno al 4% del totale. Non bastano quindi le misure poste in essere dai Governi che si sono succeduti in questi anni, con una serie di incentivi e sgravi fiscali che non hanno cambiato più di tanto la situazione per quel che concerne la mobilità elettrica.
Il motivo, come accennato in precedenza, è anche collegato alla presenza minima di colonnine di ricarica, rendendo la vita degli automobilisti green molto complicata, dovendo percorrere spesso e volentieri molti chilometri per poter fare rifornimento. Una circostanza che è facilmente constatabile guardando i dati rilasciati da Motus-E che evidenziano come oltre la metà dei comuni italiani, il 58%, è sprovvista punti di ricarica pubblica, in particolare per quanto riguarda i centri abitati piccoli, mentre i capoluoghi rappresentano il 32% di tutta la distribuzione territoriale del BelPaese.
E se la media nazionale è di circa 6 colonnine ogni dieci mila abitanti, in molti Comuni del Mezzogiorno ma anche del Centro Italia, il dato cala drasticamente con città che fanno registrare percentuali sotto l’1%, come Foggia, Cagliari, Sassari, Giugliano e Latina, tanto per citarne alcune.
Roma è la città con il maggior numero di punti di ricarica in assoluto, mentre Milano in base all’estensione del territorio. Molto bene anche Venezia, che lo scorso anno è stata la città con il rapporto migliore tra colonnine e numero di abitanti.
Non solo Sud Italia: il caso di Prato e Trieste
Se è vero che il Sud è ancora indietro rispetto alla situazione del resto della Penisola, anche nel Settentrione esistono delle eccezioni negative per quanto riguarda la poca presenza di colonnine di ricarica nelle città. Stiamo parlando di Prato e Trieste, centri abitativi di grande rilevanza rispettivamente in Toscana e in Friuli Venezia Giulia.
Malgrado il numero crescente di guidatori alla ricerca di un’auto elettrica a Prato, la città toscana ha meno di una colonnina pubblica per dieci mila abitanti, 0,7% per l’esattezza, anche se di recente il Comune ha approvato un piano di consolidamento della fornitura elettrica per ricarica per arrivare all’ambizioso traguardo di 100 nuove installazioni entro il 2025 e 400 entro il 2030.
Stesso discorso per quanto riguarda Trieste, con i cittadini friulani che vivono la stessa situazione dei toscani, con le identiche percentuali di presenza di colonnine elettriche. Entrambe le città, inoltre, occupano le posizioni più basse della classifica italiana anche per quanto concerne la diffusione dei punti di ricarica veloce, altro elemento fondamentale per invogliare i consumatori ad acquistare un veicolo elettrico, evitando di dover affrontare lunghe attese per poter ricaricare le batterie dell’auto.